Salario base per i parasubordinati

 Ne abbiamo parlato negli ultimi giorni, e torniamo volentieri sulla materia per accogliere nuove voci in favore dela salario base per i parasubordinati, uno strumento reddituale di garanzia che potrebbe combattere – almeno in parte – alcuni tra i principali abusi che questa svantaggiata categoria di lavoratori si trova costretta a subire nella propria quotidianità professionale.

A proporre l’introduzione di una remunerazione minima garantita per i lavoratori subordinati è ora il Partito Democratico, che con il senatore Tiziano Treu ha lanciato una proposta di modifica sul ddl della riforma del mercato del lavoro, finalizzata a evitare che gli aumenti previsti dalla stessa riforma a carico delle aziende per i contributi dei lavoratori autonomi e dei parasubordinati, finisca poi con l’esaurire i propri effetti negativi sulle buste paga di tali categorie e, in particolar modo, dei secondi.

Crisi? Non per i top manager britannici

Crisi? Non per tutti! Secono i risultati di uno studio condotto dalla High Pay Commission le retribuzioni dei top manager in Gran Bretagna sono aumentate (e non di poco); sono infatti arrivati alla conclusione che negli ultimi 30 anni il salario degli amministratori delegati di società quotate nel Ftse 100 è aumentato fino al 4.000% in più rispetto al 1980! Il caso più eclatante è probabilmente quello della Barclays, dove il top manager guadagna oggi  4,4 milioni di sterline l’anno.

Finlandia, salario minimo a 1800 euro

Si è concluso il congresso del SAK, uno dei maggiori sindacati finlandesi con un milioni di iscritti di cui il 48% donne, e tra le risoluzioni finali spicca la richiesta di portare a 1800 euro mensili il salario minimo garantito per i lavoratori finlandesi.

Il SAK è una confederazione composta da 21 federazioni di categoria e 110 strutture locali con una forte presenza nell’industria e nei servizi privati e, la pari delle altre due centrali sindacali finlandesi, si preoccupa di tutelare le garanzie sociali ed economiche dei lavoratori attraverso accordi diretti con le compagini sociali e con il governo.

L’apprendistato in Germania, Paese diverso ma problema comune

Mentre in Italia si sta discutendo sulla riforma dell’apprendistato in Germania si scopre che gli apprendisti dell’edilizia sono sottopagati. In effetti, malgrado il trend economico positivo per le imprese e per il mercato del lavoro in generale, in Germania i giovani tedeschi non si trovano in una situazione migliore della nostra: in particolare, i giovani tedeschi si lamentano del fatto di non percepire un salario decente.

Il dato emerge da uno studio dell’Ig Bau, il sindacato del settore edile della Germania, che ha, per l’appunto, denunciato questo grave squilibrio: i giovani si sentono sfruttati e privi di una qualsiasi prospettiva reale. Lo studio parte da un campione di 3500 apprendisti nei settori delle costruzioni e dell’artigianato.

Sindacato europeo, da Sègol un “New Deal europeo”

Bernadette Sègol è il nuovo segretario generale della Confederazione europea dei sindacati eletta con 436 voti, oltre il 90% dei consensi. Per la 61enne sindacalista francese è ora il tempo di un New Deal europeo per aiutare i lavoratori e le imprese perché i prossimi quattro anni saranno quelli della mobilitazione e dell’impegno finalizzato a incrementare salari, i servizi pubblici e la sicurezza sociale.

Per il sindacato europeo la governance

deve servire gli interessi del popolo europeo e non dei mercati

I diritti sociali fondamentali devono essere sovra ordinati alle libertà economiche, un principio che la Ces chiede sia inserito in un Protocollo sociale all’interno dei Trattati europei, nella direttiva sulla mobilità dei lavoratori e nel regolamento sul mercato interno.

ILO, il terzo rapporto sulle discriminazioni sul lavoro

 L’ILO, ovvero l’International Labour Organization delle Nazioni Unite, ha diffuso il suo terzo rapporto dove si fa il punto sulla situazioni sulle discriminazioni in ambito lavorativo.

Secondo i dati diffusi si apprende che i soggetti che subiscono le maggiori discriminazioni sono le donne, i migranti e le persone con disabilità; in effetti, questi soggetti possono accedere in modo limitato all’istruzione, alla formazione professionale, al reinserimento e percepiscono un salario nettamente differente rispetto al resto della popolazione attiva, in particolare le lavoratrici guadagnano tra il 10-30% in meno dei loro colleghi uomini.

Germania, in arrivo il salario minimo agli interinali

 Dal prossimo 1° maggio i 900mila lavoratori cosiddetti interinali in Germania avranno un minimo retribuito; in effetti, è stata approvata dal Parlamento tedesco il regolamento che prevede il minimo salariale a partire dal prossimo mese di maggio 2011 ed è differenziato per macro zone economiche: nella ex Germania ovest sarà pari a 7,79 euro all’ ovest, mentre nella zona est di 6,89 euro.

La nuova legge ha lo scopo di eliminare la concorrenza tra le diverse zone e tra lavoratori cercando, nel contempo, di assicurare condizioni minime di lavoro. Si conclude così un difficile iter legislativo che ha visto la l’ala conservatrice della CDU uniti con la Fdp contrastare questa iniziativa fortemente voluta dalle organizzazioni dei lavoratori; in effetti, la volontà delle compagini politiche era quella di assicurare ai datori di lavoro il massimo grado di flessibilità.

General Motors, profitti ai dipendenti

Interessante passaggio di natura sindacale sulla partecipazione dei lavoratori agli utili nelle imprese; in effetti, alla General Motors si fa sul serio tanto da prospettare uno sharing milionario per i dipendenti secondo gli accordi sottoscritti con il sindacato del settore automobilistico, la UAW.

In effetti, la UAW, United automobile workers, può sicuramente esultare perché l’intesa corona il nuovo corso industriale e che avviene dopo due anni dalla bancarotta dell’intero gruppo automobilistico americano e salvato grazie all’intervento del governo federale.

Intanto, però, a più parti, in special modo dalla dirigenza aziendale, si levano diverse critiche; in effetti, prima di distribuire questo profit sharing ai dipendenti, la dirigenza chiede a gran voce l’azzeramento prima del debito aziendale.

Il salario previdenziale

Il salario previdenziale rappresenta l’ammontare che deve essere considerato in sede di definizione del calcolo della quota di accantonamento della pensione. In sostanza, rappresenta la contribuzione assicurativa.

I contributi devono essere rapportati su tutte le singole voci che costituiscono la retribuzione.

Per verificare che il proprio datore di lavoro calcoli e versi in modo corretto la quota di propria spettanza è necessario controllare che l’azienda denunci all’Inps le retribuzioni effettive soggette a contribuzione percepite nell’anno precedente.

La nuova contrattazione, la scommessa della Cisl

La Cisl nel suo ultimo Consiglio Generale riunito a Roma il 16 luglio 2010 avente come tema la concertazione territoriale e la contrattazione decentrata ha posto in evidenza un nuovo modello contrattuale.

Di sicuro, le recenti novità in Fiat hanno aperto, nel mondo sindacale, ampie discussioni.

Uno degli aspetti più interessanti messi in evidenza è il nuovo ruolo del salario e la partecipazione economica ai risultati dell’azienda.

Per il secondo sindacato italiano, la partecipazione agli utili e ai  risultati dell’impresa è anche  un modo per valorizzare e promuovere il lavoratore nell’azienda.

Salari: 2000 euro lordi al mese

 I salari ammontano a poco più di 25.000 euro all’anno , poco meno di 2mila euro lordi al mese. A tanto ammontano le retribuzioni medie dei dipendenti delle imprese private nel 2008 (+1,7% rispetto al 2007).

Questo è uno dei risultati del Rapporto “Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane”, realizzato da Unioncamere insieme a OD&M Consulting, società specializzata in indagini nell’ambito dei sistemi incentivanti e delle politiche retributive, e con il contributo di Gi Group, gruppo italiano nei servizi per il mercato del lavoro, la domanda di lavoro e l’andamento delle retribuzioni.

Lo studio si è posto l’obiettivo di analizzare i vari fenomeni economici e sociali del Paese attraverso  l’esame delle dinamiche dei settori economici e delle differenze a livello territoriale e sull’occupazione  dipendente in Italia. In particolare il rapporto ha posto in evidenza il fenomeno della domanda di lavoro espressa dalle imprese e le retribuzioni offerte per profilo professionale.

Uomini vs donne: i primi guadagnano di più

Parliamo di nuovo di uomo e donna in ambito lavorativo. Dai risultati di uno studio Ocse sull’istruzione è emerso che un uomo in Italia con una laurea può aspettarsi rispetto a un diplomato un vantaggio salariale durante la carriera superiore a 322 mila dollari, mentre per una donna il beneficio si ferma a 136 mila dollari. Il valore netto della laurea al netto di tutte le tasse è di 173mila dollari per l’uomo e di soli 25mila per la donna.