Le parti sociali – Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai e Cgil, Cisl, Uil – hanno sottoscritto, in data 3 maggio 2012, l’accordo interconfederale sull’apprendistato artigiano che recepisce le ultime novità in fatto di contratto di apprendistato.
L’accordo decorre dal 26 aprile 2012, giorno di entrata in vigore della nuova disciplina sull’apprendistato. Sono state confermate tutte le durate previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro portando a 5 anni le durate superiori.
Il testo sottoscritto si applica anche alle imprese artigiane dei settori privi di specifica copertura contrattuale. E’ stata confermata la valenza formativa dell’impresa artigiana e la possibilità di effettuare la formazione, tutta o in parte, all’interno dell’azienda. Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi esprimono grande soddisfazione per il riconoscimento della peculiarità dell’artigianato come ambito nel quale la formazione delle professionalità avviene soprattutto grazie a strumenti come l’apprendistato.
Il programma AMVA, lo ricordiamo, riguarda l’
I tempi cambiano, molto rapidamente, e di conseguenza un imprenditore o un professionista deve avere sempre l’occhio che guarda avanti, altrimenti si rischia di uscire dal mercato quasi senza accorgersene. Ne sanno qualcosa in Italia i cosiddetti mestieri dal sapore antico, ovverosia lavori e professioni che prima avevano mercato e che ora invece molto spesso vengono esercitati solo per passione. Al riguardo la Camera di Commercio di Monza e Brianza, avvalendosi dei dati del Lab-MIM e del Registro delle Imprese, ha effettuato attraverso il proprio Ufficio Studi un’elaborazione da cui è emerso come ci siano alcune professioni che sono letteralmente in via di estinzione. E’ il caso degli ombrellai visto che in tutta Italia ce ne sono oramai solamente otto così distribuiti: 3 nella Regione Friuli Venezia Giulia, 2 nella Regione Lombardia, 2 in Veneto ed appena 1 in Sicilia. Per rimanere in attività, immancabilmente, questi otto ombrellai che “resistono” hanno chiaramente dovuto reinventare il proprio business molto spesso anche allargandolo.
Un po’ a causa della crisi, un po’ per passione, in Italia le donne appaiono essere sempre di più interessate ad esercitare quei mestieri che, generalmente, sono “da uomini“. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ad un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento i dati aggiornati del Registro delle Imprese. Di conseguenza non deve stupire la presenza nel mercato del lavoro di un numero sempre maggiore di camioniste, idrauliche, ma anche calzolaie, elettriciste e tanti altri mestieri tradizionalmente da uomo ma sempre più “declinati” al femminile. In particolare, l’Ente camerale dall’indagine effettuata ha “contato” ben 1.800 camioniste, ma anche 2300 fabbre e 140 donne-idraulico.