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Lavoro stabile e non precario: lo trovi in banca

 Per le banche, negli ultimi due anni, nonostante la crisi economica e finanziaria, non è emersa alcuna “questione precariato”; ad affermarlo è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, la quale nel consueto Rapporto annuale sul tema ha messo in evidenza come alla fine del 2008 nel sistema bancario ci fossero oltre 343.000 dipendenti, e di questi ben il 95,4% con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Non a caso, quello bancario resta uno dei comparti più ambiti per trovare lavoro, specie da parte dei giovani, ma in ogni caso “entrare in banca” non è di certo diventato più facile rispetto agli anni scorsi, e la diffusione della tecnologia e dell’home banking non impone oramai alle banche l’adozione di massicci piani di reclutamento. Dal Rapporto ABI 2009, inoltre, emergono altri due dati interessanti: il primo è quello relativo al curriculum dei dipendenti bancari, con il 32% di questi che, in base ai dati di fine 2008, risultava essere laureato; il secondo dato interessante è quello relativo al divario tra dipendenti bancari uomini e dipendenti bancari donna.

Ebbene, rispetto al passato in banca è decisamente più facile trovare alla cassa o in ruoli di più alto profilo le donne visto che si è arrivati ad una percentuale del 42,1%, con un rialzo di cinque punti percentuali rispetto al 2004. Contestualmente, l’Associazione Bancaria Italiana nel Rapporto mette anche in evidenza come il nostro sistema bancario non brilli riguardo al peso che ha il costo del lavoro sulla redditività del sistema.

In particolare, in Italia il rapporto tra il costo del lavoro ed il margine di intermediazione conseguito dagli istituti di credito è pari al 42%, ovverosia ben nove punti percentuali sopra la media europea posizionata al 33%; allo stesso modo, in Italia il costo del lavoro rispetto al totale dei costi operativi incide addirittura al 61%, ovverosia ben quattordici punti percentuali sopra la media europea del 47%. E viste anche le difficoltà che in questi mesi le banche hanno dovuto fronteggiare, pur garantendo il dovuto sostegno alle famiglie ed alle imprese, l’ABI ha a più riprese chiesto di ripensare al sistema di tassazione che vige a carico delle banche del nostro Paese.

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