È licenziabile il lavoratore negligente? La risposta è senz’altro affermativa a patto che la sua negligenza, che devo però essere dimostrata, non deve essere episodica ma essere continuativa nel tempo.
Infatti, la Corte di Cassazione, sentenza n. 3525/2013, si è espressa inun caso di questo tipo pronunciando l’illegittimità del licenziamento di un lavoratore nel caso di episodi isolati di negligenza, qualora tale condotta sia stata precedentemente sanzionata con una multa ed in assenza delle ipotesi previste dal CCNL che motivano il licenziamento con preavviso.
Interessante interpello presentato dall’Associazione Generale
La Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale si sono espresse sul risarcimento al lavoratore se il contratto a tempo determinato viene convertito in indeterminato per illegittima apposizione del termine. Si ricorda, per l’occasione, che lo scopo dei contratti a tempo determinato dovrebbe essere quello di facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani e il reintegro di chi ha perduto il lavoro.
Non è possibile licenziare un dipendente in presenza di assenza ingiustificata purché questa sia di breve durata e non se ne ravvisi un inadempimento di grave entità.
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Il lavoratore ha diritto all’indennità di disoccupazione ordinaria, agricola e non agricola e, dal 2013, all’Assicurazione sociale per l’impiego ASPI o Mini-Aspi in caso di dimissioni per giusta causa. Per i lavoratori che perdono il lavoro l’ordinamento previdenziale prevede un trattamento economico sostitutivo della retribuzione, erogato dall’Inps.
La Corte di Cassazione si è pronunciato sull’incompatibilità del doppio lavoro, peraltro non autorizzato, e la compatibilità dello status di pubblico dipendente.
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Una tipologia di licenziamento che pone dei dubbi sulla possibilità della sua inclusione nell’ambito della nuova conciliazione obbligatoria: lo esclude a priori la direzione regionale del Lavoro della Lombardia, con una nota (protocollo n. 12886 del 12 ottobre).
Il lavoratore può rifiutare la prestazione di lavoro se questa pregiudica la sua salute? È questo il punto su cui la
La Cassazione, con la sentenza n.18927, si è espressa sul diritto al risarcimento del lavoratore in caso di mobbing, anche in mancanza di prove.