La riforma del mercato del lavoro costerà tanto. A dirci quanto è lo stesso governo, che ha stimato in 20 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2021 l’onere complessivo per supportare la revisione del sistema occupazionale italiano. Ma da dove proverranno tali fondi? Lo spiega il disegno di legge, che precisa come gli introiti necessari per finanziare la riforma del lavoro giungeranno dall’utilizzo delle maggiori entrate e dei risparmi di spesa, che seguiranno l’applicazione delle misure fiscali previste dallo stesso disegno di legge, e in parte da ulteriori riduzioni di spesa di funzionamento degli enti previdenziali (quantificate in 90 milioni di euro, cui si aggiungeranno 10 milioni dai Monopoli).
Molte delle risorse necessarie per supportare la realizzazione della riforma del lavoro proverranno pertanto da nuove misure fiscali, come il taglio (dal 90% al 70%) della deducibilità dei costi delle auto aziendali, e quello (dal 40% al 27,5%) per i mezzi utilizzati per l’esercizio di imprese, arti e professioni (artigiani, commercianti, professionisti).