Lavoro e Internet: basta la posta elettronica per perdere il posto

 In passato Internet, un po’ ovunque nel mondo, è stato utilizzato dai lavoratori molto spesso a proprio uso e consumo, ovverosia per scopi personali e con finalità assolutamente estranee all’azienda. Chi giocava a poker online nelle ore più “calde” dell’attività d’impresa, chi controllava i prezzi delle azioni in Borsa comprate il giorno prima, e chi visitava siti per adulti. Al giorno d’oggi c’è ancora chi questo utilizzo lo fa a proprio rischio e pericolo, o se lo può permettere magari perché è il capo e nessuno può dire o si permetterebbe di dire qualcosa, ma con l’avvento dei social network è scattato una sorta di allarme planetario che ha portato a “blindare” le reti aziendali sia attraverso dei filtri, sia attraverso una tracciatura ed una mappatura della navigazione in rete di tutti i dipendenti. E se molto spesso Internet è utile, è uno strumento strategico per trovare lavoro, allo stesso modo la Rete può farci perdere il posto; insomma, a volte chi di Internet colpisce di Internet perisce.

Studenti e lavoratori: piace il trasferimento all’estero

 I giovani studenti ed i giovani lavoratori italiani sono attratti dal trasferimento all’estero, anche in maniera permanente per motivi non solo di studio, ma anche per effettuare uno stage o per fare delle esperienze professionali in grado di arricchire il proprio curriculum. Ma quali sono le motivazioni per cui avviene tutto ciò? Ebbene, al riguardo l’Isfol ha presentato un’ultimissima indagine nazionale su un campione di ben 25 mila persone aventi un’età compresa tra i 15 ed i 45 anni; la metodologia utilizzata, tra l’altro, non è stata quella “CATI“, ma quella “Computer Assisted Web Interview” (CAWI), permettendo così al soggetto intervistato di poter compilare il questionario in maniera autonoma e senza l’intervento, l’ausilio e l'”interferenza” dell’intervistatore.

Lavoro e titolo di studio: quando il “pezzo di carta” non basta

 Il “pezzo di carta” basta per poter trovare un lavoro dopo aver sostenuto il colloquio, e dopo aver superato la selezione per entrare nei ranghi di un’azienda? Ebbene, la risposta è negativa; il titolo di studio, infatti, è necessario ma non sufficiente in Italia per poter essere assunto e per poter iniziare a “spendere” le proprie competenze all’interno di un’azienda. Questa situazione viene ben messa in evidenza da un’indagine effettuata nel mondo imprenditoriale dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro: per i neo-assunti, nel rapporto di sette ogni dieci, infatti, serve una formazione aggiuntiva cui l’impresa fa fronte in due modi.

Volontariato e non profit: nasce Portale nazionale

 Su iniziativa del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, è nato il Portale nazionale che si occupa del mondo del volontariato e non profit, con l’obiettivo di dare visibilità al Terzo settore che nel nostro Paese svolge un ruolo di fondamentale importanza. Il Portale, visitabile cliccando qui, punta nello specifico a svolgere una vera e propria attività di servizio che spazia dalle notizie sul mondo del volontariato e delle organizzazioni non lucrative, alla conoscenza delle possibilità e delle opportunità di finanziamento, e passando per la promozione di progetti ed iniziative. Non mancano poi le sezioni riguardanti i bandi, il glossario, la normative e le Guide per l’orientamento; ad esempio, in quest’ultima apposita sezione ci sono in questo momento due guide: una dedicata alla Costituzione ed al Terzo Settore, e l’altra, dal titolo Fondare un’APS: tutte le regole civili e fiscali, fornisce tutte le informazioni utili per tutti coloro che vogliono creare una Associazione di Promozione Sociale.

Lavoro in ufficio: il litigio allontana i problemi cardiaci

 Per chi la vita lavorativa la vive in ufficio, magari ogni giorno ben oltre le classiche otto ore più un’ora di pausa, tenersi la rabbia e lo stress dentro, senza sfogarsi, potrebbe essere fatale. A tale conclusione, in estrema sintesi, sono giunti in Svezia alcuni ricercatori che al riguardo hanno condotto uno studio le cui rilevazioni sono state effettuate nel triennio 2002-2005, e poi negli anni, al riguardo, sono scaturiti i risultati in base al profilo ricavato da un campione di 2.755 uomini aventi un’età media di poco superiore ai 40 anni. In pratica, dallo studio è emerso che chi si tiene la rabbia e lo stress dentro, evitando ogni litigio o polemica, ha più probabilità di essere vittima di un infarto.

Lavorare in banca grazie al grado di parentela

 In banca, grazie alla parentela, è possibile trovare lavoro praticamente senza la trafila dell’invio del curriculum e del relativo colloquio conoscitivo; questo è quanto accadrà a Roma, presso le filiali del Banca di Credito Cooperativo nel caso in cui ci siano dipendenti dell’istituto di credito in prepensionamento. Il posto vacante, infatti, può essere occupato, a partire dal prossimo anno, e fino alla fine dell’anno 2012, da un parente fino al terzo grado. Questo significa che se il padre “lascia”, il figlio o la figlia può prendere il posto in filiale; e lo stesso dicasi se ad andare in prepensionamento è lo zio o il nonno, visto che allo stesso modo il nipote o la nipote può subentrare senza che nessuno o quasi gli possa “soffiare” il posto di lavoro.

Postazione di lavoro: attenzione alla sedia ergonomica

 La postura sul luogo di lavoro è importantissima per evitare di avere poi disturbi articolari, dolori di ogni tipo ed un senso di stanchezza permanente; a tutto ciò si può ovviare lavorando seduti su una sedia ergonomica, ma non basta se questa non viene adattata alla postazione di lavoro. A metterlo in risalto è Roberta Villa sul Corriere.it, la quale ha sottolineato come in merito esistano delle figure professionali specializzate al riguardo, i cosiddetti ergonomi, che sono in grado di “settare” la sedia ergonomica con un’altezza ed un’inclinazione personalizzata sia in base a chi si siede, sia in base alle caratteristiche degli arredi ed in particolar modo della scrivania. In altre parole, una sedia qualsiasi ed una ergonomica pari sono se quest’ultima non viene poi adattata alle caratteristiche di chi la utilizza.

Lavorare nel non profit

 Quello del “non profit” in Italia è un settore molto importante, visto che molto spesso porta avanti, sviluppa e promuove sul territorio delle attività complementari e a volte sostitutive di quelle che offre e può offrire lo Stato. Aiutare coloro che non hanno un tetto, chi non ha da mangiare, o le persone emarginate, e promuovere progetti di solidarietà su scala nazionale ed internazionale, sono solo alcuni degli obiettivi che il mondo del “non profit” si propone, e che tra l’altro il nostro ordinamento agevola a livello fiscale con delle esenzioni e dei vantaggi rispetto a quelle realtà imprenditoriali che, invece, operano a scopo di lucro.

Lavorare nel “non profit” è molto spesso più una vocazione che un obiettivo per guadagnarsi lo stipendio; le Onlus, le cooperative sociali e le organizzazioni del volontariato riescono infatti a sostenersi, spesso a mala pena, sia attraverso delle erogazioni liberali, sia attraverso il cinque per mille dell’Irpef.

Inail: cos’è e a cosa serve

 Inail = Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

L’Istituto si occupa di tutelare nel nostro Paese i lavoratori dagli infortuni per tutte quelle attività che vengono giudicate come rischiose. In Italia tutti i lavoratori dipendenti, ma anche quelli parasubordinati che prestano servizio in ambienti e luoghi di lavoro giudicati a rischio, devono essere in via obbligatoria assicurati all’Inail contro gli infortuni.

Oltre a garantire la copertura dai rischi sul lavoro, l’Istituto promuove e persegue tutta una serie di finalità ed obiettivi correlati: da iniziative per la riduzione del tasso di infortuni in Italia al reinserimento nel mondo occupazionale di quei soggetti vittima di casi di infortunio sul lavoro. L’assicurazione Inail, oltre a coprire il rischio di infortunio sul lavoro, copre a livello assicurativo anche i casi di malattie contratte sul posto di lavoro, ovverosia le malattie professionali derivanti dalla svolgimento di attività lavorative di qualsiasi tipo, comprendendo ovviamente anche quelle che in gergo vengono definite come usuranti.

Tredicesima: cos’è

La Tredicesima è una mensilità aggiuntiva che viene corrisposta ai lavoratori.

Può essere in tutto e per tutto assimilata ad una gratifica natalizia visto il periodo in corrispondenza del quale essa viene erogata. Pur essendo pagata una volta l’anno, l’importo della tredicesima per i lavoratori matura mese dopo mese, e viene pagata a chi è impiegato, operaio e comunque a tutti quei lavoratori che figurano come lavoratori subordinati a tempo determinato o indeterminato. La tredicesima, tra l’altro, matura nel corso dell’anno anche quando i lavoratore è costretto ad assentarsi per maternità, malattia limitatamente al periodo di contratto che permette di mantenere il posto di lavoro, nelle festività ma anche quando si fruisce di permessi retribuiti o del congedo matrimoniale.

Uomini vs Donne: i primi sono quelli che hanno perso più posti di lavoro

In diverse occasioni vi abbiamo descritto la situazione che si trovano a vivere molte donne che ad esempio dopo la maternità spesso sono costrette ad abbandonare il posto di lavoro.

Vogliamo rendervi però partecipi di quanto emerso dai risultati dei dati riguardanti la Cassa Integrazione.

Si tratta di una ricerca compiuta dall’Inps e voluta dal Ministero del Lavoro e relativa al periodo gennaio-maggio. Dai dati è emerso che la cassa integrazione ordinaria ha riguardato per il 79,4% uomini e per il 20,6% donne mentre quella straordinaria il 65,8% degli uomini e il 34,2% delle donne.

Varese: una lotteria per 10 posti di lavoro

 Una lotteria inusuale quella che partirà dal 1 settembre in un supermercato di Varese. Perchè? In palio non ci sono automonili o vacanze bensì 10 posti di lavoro a tempo determinato della durata di un anno. Lo strano concorso è stato ideato da una catena di supermercati varesini, i Tigros per festeggiare i 30 anni di attività.

Queste le parole dei responsabili

La scelta nasce dal profondo legame che l’azienda (59 punti vendita e 1200 dipendenti) ha con il territorio varesino. Un’idea che abbiamo deciso di concretizzare proprio per il contatto che abbiamo con la gente e con le loro problematiche: in pratica i dieci vincitori, o chi vorranno segnalare al loro posto, saranno inseriti come dipendenti ed integrati nel normale turn over dell’azienda

Franceschini: assegno mensile ai disoccupati

Il Segratario del Pd, Dario Franceschini ha lanciato una proposta: quella di erogare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro.

Ha invitato il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a fare un provvedimento su questo. Dalle pagine di Repubblica si legge

Porti un decreto ne fa tanti, e in questo caso c’è l’urgenza

Sono tanti i temi in cui la politica dovrebbe prendere decisioni imminenti: sanità, pensioni, stipendi, disoccupazione, ricerca. Ci sentiamo un po’ tutti “impotenti”: non riusciamo a capire come mai nessuno si decida a prendere provvedimenti seri e duraturi.