Per la CGIA di Mestre si esce dalla crisi solo puntando sugli investimenti

 La CGIA di Mestre è intervenuta sull’attuale situazione economica facendo il punto della situazione sugli investimenti degli ultimi dieci anni delle grandi imprese. Infatti, per l’associazione locale di Mestre, le grandi imprese hanno aumentato i loro investimenti negli ultimi dieci anni solo negli immobili con una incidenza di quasi del 91% in più, ,mentre quelli sui macchinari sono aumentati del 18,5%.

La riforma fiscale per i lavoratori

 La pressione fiscale in Italia è di certo elevata tanto che la Corte dei Conti ha richiamato l’attenzione su questo problema chiedendo misure che possano garantire una minore tassazione a carico dei lavoratori onesti. Di certo, la richiesta della Corte dei Conti si scontra con la crisi che impone di proseguire su questa strada anche se il Governo Monti sta lavorando sulla delega fiscale che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la settimana prossima: una riforma fiscale orientata, come ha sottolineato il premier Mario Monti, alla crescita.

Secondo le indicazioni emerse pare che dovrebbero aumentare le detrazioni per le famiglie numerose e redditi bassi utilizzando a questo proposito i proventi della lotta all’evasione e attraverso il meccanismo dello “spending review”.

Manovra bis 2011, lo Statuto dei lavori del ministro Sacconi

Se è vero che la BCE chiede più flessibilità e una politica finalizzata ad una maggiore capacità di licenziare e non più regolate dalla nostra legislazione di riferimento, allora la riposta non passa attraverso lo Statuto dei lavori: ecco, in buona sostanza, l’osservazione della CGIL che vede nello strumento definito dal ministro del lavoro Maurizio Sacconi lo smantellamento dello Statuto del lavoratori nato 41 anni fa con la legge 300/1970.

In effetti, tra gli obiettivi del governo per uscire dalla crisi la riforma del mercato del lavoro è il quattro: anticipo della manovra al 2013, modifica dell’articolo 41 della Carta e pareggio di bilancio costituzionalmente obbligatorio.

Il ministro Tremonti nel presentare l’elenco delle priorità si era soffermato com

Uno dei pilastri sarà la riforma del lavoro. C’è un testo importante già elaborato, sarà presentato alle parti sociali per essere portato al Senato

Manovra bis 2011, il contributo di solidarietà

Il contributo di solidarietà è stato previsto dall’articolo 2 del decreto legge del 13 agosto 2011, n. 138 denominato come “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo” ed è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea così come fissati dal ministro Giulio Tremonti.

Il contributo di solidarietà sarà in vigore a decorrere dal 2011 e fino al 2013, in deroga all’articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, sul reddito complessivo di cui all’articolo 8 del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. In base al contenuto della manovra bis 2011, il contributo di solidarietà si applica sugli importi superiori a 90.000 euro lordi  annui per una percentuale de 5 per cento sulla parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10 per cento sulla parte eccedente 150.000 euro.

Manovra bis 2011, le critiche della CGIL

Per la CGIL la manovra bis 2011 ha rispettato il solito copione tanto che Susanna Camusso, in una intervista su “l’Unita”, afferma

siamo responsabili, siamo disponibili, purché si rispetti un principio di equità sociale, purché a pagare non siano sempre gli stessi” altrimenti “si dovrà ricorrere alle forme classiche della protesta

Lo sciopero generale è una possibilità che la CGIL sta valutando anche per dare un segnale preciso al governo e per chiedere al ministro dell’Economia che il costo della crisi non possono pagarlo i soliti lavoratori a reddito fisso.

La manovra e la riduzione della spese della politica

La recente manovra messa a punto dal Ministro Tremonti ha voluto dare segnali positivi al Paese al fine di stimolare un dibattito serio e articolato sul ruolo della Politica nella vita di tutti i giorni e, in particolare, sulla condivisione delle responsabilità del contenimento della spesa pubblica per cercare di evitare fraintendimenti e ridare collante alle Istituzioni.

A riguardo, la manovra definita da Tremonti intende dare una stretta a diversi privilegi e benefit; in effetti, si tende a limitare l’uso delle auto di servizio, le cosiddette auto blu, imponendo il limite dei 1600 cc con l’unica eccezione sulle auto in dotazione al Capo dello Stato, ai Presidenti del Senato, della Camera e della Corte costituzionale, al Presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza.

Federalismo fiscale e la posizione del sindacato

L’Irpef, l’imposta diretta che assieme all’Iva sarà il secondo pilastro delle entrate regionali, a decorrere dall’anno 2012 l’addizionale regionale sarà rideterminata in modo tale da assicurare al complesso delle Regioni a statuto ordinario entrate corrispondenti ai trasferimenti statali soppressi.

Ciascuna Regione a statuto ordinario può, con propria legge, aumentare o diminuire l’aliquota regionale all’Irpef di base; comunque l’eventuale maggiorazione non può superare lo 0,5 per cento fino al 2013, l’1,1 per cento per il 2014 e il 2,1 per cento a decorrere dal 2015, ma queste due ultime non possono essere applicate a lavoratori dipendenti e pensionati con reddito annuo non superiore a 28 mila euro.

Il sindacato non sembra convinto sul federalismo fiscale tanto che il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni, durante il convegno sul tema Federalismo e regionalismo, non risparmia critiche.

Il Senato approva la manovra economica

Il risultato era di per certo scontato e il governo è molto soddisfatto della sua nuova manovra economica e finanziaria.

Per Tremonti L´austerità è una necessità anche se Mario Baldassarri, area PDL, prospetta la perdita di almeno 10 mila posti di lavoro.

Vediamo a grandi linee il contenuto del correttivo alla finanzaria approvata dal Senato.

Età pensionabile. Dal 2015 va definitivamente in pensione il sistema rigido delle quote e, per effetto della speranza di vita, si andrà in pensione sempre più tardi. Infatti, dal 2015 i requisiti per l’accesso alla pensione subiranno uno spostamento in avanti di almeno tre mesi ogni tre anni. Quando parliamo di requisiti ci si vuole riferire a quelli di età, tra la somma dell’età anagrafica e la contribuzione versata per la pensione di vecchiaia oltre a quelli per la vecchiaia contributiva che si percepisce a 65 anni di età.

Pensioni e impiego statale, la solita manovra

Invece di puntare su una politica in grado di contrastare l’evasione fiscale, il governo sta definendo una nuova manovra che penalizza, al solito, pensioni e stipendi a reddito fisso: è questo il convincimento del sindacato.

Secondo diversi commentatori la manovra che Tremonti intenderebbe adottare riguarderebbe, oltre ad una stretta sulle pensioni di invalidità, una riduzione delle finestre di uscita per le pensioni di anzianità.

La legge attualmente prevede due finestre di uscita per quanti hanno maturato meno di 40 anni di contributi o, in alternativa, quattro per chi supera tale limite.

Posto fisso o flessibilità? Tremonti abbandona modello americano

 Negli ultimi anni il lavoro in Italia è diventato sempre più flessibile. Prima di passare al contratto a tempo indeterminato, quando si raggiunge, oramai occorre fare una lunga trafila: dopo aver passato cinque o più anni sopra i libri a studiare, e dopo aver conseguito la sospirata laurea, di norma si parte con uno stage, e poi se si è subito “fortunati” si riesce ad essere inseriti con un contratto a tempo determinato. Questo negli anni ha creato un vero e proprio esercito di precari, giovani e meno giovani, e di questi ogni anno solamente una piccola quota parte riesce a “strappare” un contratto di lavoro stabile. E se i lavoratori sognano e tifano per il posto fisso, anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, sembra pensarla allo stesso modo; intervenuto ad un convegno della Bpm, infatti, il Ministro ha dichiarato che tra flessibilità e posto fisso è meglio un lavoro stabile per la nostra economia, per la stabilità sociale, e per potersi costruire un futuro.