Istituita la Cassa di Assistenza Domestica per le prestazioni integrative

La notizia è dell’ultima ora. La Cassa di Assistenza Domestica è stata costituita attraverso un accordo tra FIDALDO, DOMINA e FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS-UIL, FEDERCOLF.

La cassa avrà la denominazione di CAS.SA.COLF, ovvero cassa sanitaria COLF.

La Cassa ha lo scopo di gestire i trattamenti assistenziali ed assicurativi, integrativi aggiuntivi e/o sostitutivi delle prestazioni sociali pubbliche obbligatorie a favore dei dipendenti collaboratori familiari.

La manovra finanziaria alla Camera, il tema previdenziale

Il correttivo alla manovra finanziaria verrà approvata a giorni dalla Camera. Infatti, ormai siamo giunti alle battute finali e il governo, per accelerare la procedura, potrebbe chiedere la fiducia per arrivare mercoledì al voto, anche se rimane più probabile giovedì.

Non ci sono spazi per ulteriori modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato.

Con questo articolo vogliamo dare alcune indicazioni di ordine generale in merito alle nuove norme previste.

L’articolo 12 si occupa di ridisegnare la materia previdenziale e, in modo particolare, i commi da 1 a 6 intendono modificare la disciplina relativa ai termini di decorrenza dei trattamenti pensionistici (finestre).

Esenzione studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in maternità

È stata presentata una proposta di legge alla Camera dei Deputati di iniziativa del deputato Mosca in materia di applicazione degli studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in caso di maternità.

Premesso che gli studi di settore possono essere definiti come un metodo a base statistica per il calcolo dei ricavi o dei compensi presunti dell’attività di ogni impresa o professionista.

Grazie a questo meccanismo è possibile fotografare il giro d’affari presumibile di commercianti, artigiani e professionisti e ne stabiliscono l’imponibile fiscale.

Pensioni 2010, lavoratori esenti dalla manovra economica

Approvata dal Senato e ora passa alla Camera e non conviene fare delle considerazioni mirate visto che il testo della manovra correttiva 2010 non è ancora definitivo.

Ad ogni modo è possibile però fare alcune considerazioni in tema previdenziale.

Infatti, il Senato ha chiuso definitivamente con il sistema delle finestre fisse previste in diversi periodi dell’anno: dalle quattro finestre rigide per le pensioni di vecchiaia e due per quelle di anzianità si passa ad una finestra mobile di 12 mesi, o 18 se lavoratori autonomi, con decorrenza dalla data di maturazione dei requisiti.

Incentivi per assunzione di lavoratori in deroga

Il decreto legge n. 5 del 10 febbraio 2009, convertito con modifiche e integrazioni nella legge n. 33 del 9 aprile 2009, prevede un incentivo economico finalizzato a favorire la ricollocazione di lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga, licenziati o sospesi per cessazione totale o parziale dell’attività o per intervento di procedura concorsuale da imprese non rientranti nella disciplina della legge 223/1991.

CISL-CGIL: due linee divergenti, ritorna la stagione di Ladispoli

Conquiste del Lavoro, quotidiano a carattere sindacale della CISL, ha posto l’accento sull’ultimo Consiglio Generale del secondo sindacato italiano, riunito a Roma il 16 luglio 2010, che al termine della Conferenza Nazionale sulla concertazione territoriale e sulla contrattazione decentrata, ha approvato l’intervento conclusivo del segretario generale Raffaele Bonanni e ne ha assunto le Linee guida.

La pensione in Europa

Si fa presto a parlare di mercato comune europeo o di regole comuni, ma, in realtà, in tema di previdenza sociale esistono notevoli differenze tra i lavoratori dei Paesi europei, dai requisiti alle imposizioni contributive.

In Europa si acquisisce il diritto ad una prestazione pensionistica ad un’età anagrafica di 65 anni, ad accezione in Francia dove vige, per ora, il diritto a 60 anni, o in Austria dove esiste una disparità di trattamento tra uomini (65 anni) e donne (60 anni).

Occorre precisare che in Austria esistono dei provvedimenti che mirano a colmare questo divario; in effetti, si prevede, tra il 2024 e 2033, di portare per le donne l’età di pensionamento a 65 anni.

Il Senato approva la manovra economica

Il risultato era di per certo scontato e il governo è molto soddisfatto della sua nuova manovra economica e finanziaria.

Per Tremonti L´austerità è una necessità anche se Mario Baldassarri, area PDL, prospetta la perdita di almeno 10 mila posti di lavoro.

Vediamo a grandi linee il contenuto del correttivo alla finanzaria approvata dal Senato.

Età pensionabile. Dal 2015 va definitivamente in pensione il sistema rigido delle quote e, per effetto della speranza di vita, si andrà in pensione sempre più tardi. Infatti, dal 2015 i requisiti per l’accesso alla pensione subiranno uno spostamento in avanti di almeno tre mesi ogni tre anni. Quando parliamo di requisiti ci si vuole riferire a quelli di età, tra la somma dell’età anagrafica e la contribuzione versata per la pensione di vecchiaia oltre a quelli per la vecchiaia contributiva che si percepisce a 65 anni di età.

Totalizzazione, questa sconosciuta

Di solito un lavoratore nel corso della sua vita ha svolto diverse attività con versamenti previdenziali a diverse casse previdenziali. Per evitare di perdere anni coperti da assicurazione è possibile ricorrere alla totalizzazione, ossia sommare i diversi periodi assicurativi, che non devono essere coincidenti, realizzati con diverse gestioni allo scopo di ottenere un’unica pensione.

La totalizzazione è, per così dire, uno strumento alternativo alla ricongiunzione e destinatari questo particolare provvedimento sono i lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e liberi professionisti, gli iscritti alla gestione separata e al fondo di previdenza del clero.

I lavoratori usuranti: una vicenda senza fine

La legge 247/2007 recante norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale prevede, tra l’altro, anche disposizioni in materia di benefici pensionistici in favore di lavoratori dipendenti che hanno svolto attività lavorative definite usuranti.

In particolare l’articolo 1 della legge prevede che il governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, al fine di concedere ai lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento a decorrere dal 1 gennaio 2008 impegnati in particolari lavori o attività la possibilità di conseguire, su domanda, il diritto al pensionamento anticipato con requisiti inferiori a quelli previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti secondo i principi e i criteri direttivi previsti dalla medesima norma.

Le pensioni di invalidità per i pubblici dipendenti

Una volta riconosciuto lo stato di invalidità un lavoratore, che presta la sua attività presso una struttura pubblica, ha diritto ad una pensione secondo un ben definito trattamento previdenziale.

La pensione di inabilità permanente alle mansioni svolte è la tipologia meno grave e può essere concessa a chi può vantare almeno 19 anni, sei mesi e un giorno di servizio. Questo trattamento pensionistico è liquidata in base all’anzianità acquisita senza ulteriori maggiorazioni.

La pensione inabilità a qualsiasi lavoro è concessa quando il lavoratore può dimostrare di possedere un grado di invalidità inferiore al 100%, oltre a vantare un versamento di 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi. Così come la pensione di inabilità permanente alle mansioni svolte anche in questo caso non comporta maggiorazioni.

La proposta di Cazzola e Ichino sulle pensioni

La manovra correttiva è all’esame della commissione bilancio del Senato con importanti e restrittive misure sul sistema previdenziale italiano come l’introduzione della finestra mobile che ritarda, una volta maturati i requisiti, l’accesso alla pensione di 12 mesi in caso di lavoratori dipendenti e di 18 se autonomi.

Ma non è finita perché è presente una proposta di legge i cui primi firmatari sono l’on. Giuliano Cazzola (PDL) per la Camera e il sen. Pietro Ichino (PD) per il Senato. Una proposta decisamente trasversale perché è firmata da parlamentari di maggioranza e opposizione che ha lo scopo di consentire un ulteriore  permanenza  al  lavoro  per due anni.

Precisazioni del ministro Sacconi sull’età pensionabile

Il ministro Sacconi si è affrettato a chiarire e ha smentito ogni tentativo di alzare gli anni di contribuzione per chi può vantare almeno 40 anni di contributi.

Il tutto è partito dalla relazione della Ragioneria di Stato che accompagna un emendamento proposto dal relatore Azzollini in commissione bilancio del Senato sull’ultima manovra finanziaria; in sostanza, la Ragioneria ha ribadito che non saranno più sufficienti 40 anni di contributi per essere collocati a riposo ma si dovrà adeguare questo limite, dal 2016, in base all’aspettativa di vita.

Di rimando non si sono fatte aspettare le osservazioni del sindacato che, per voce di Bonanni – segretario generale della CISL – ha osservato che non è possibile chiedere un ulteriore sacrificio per chi ha già quarant’ anni di contributi.

Uso degli incentivi per associarsi in cooperativa

Il decreto 78/09, convertito e modificato dalla legge  102/09, offre diversi incentivi ai lavoratori destinatari di trattamenti di sostegno del reddito che intendano avviare un’attività di lavoro autonomo o in cooperativa.

In effetti, grazie alle modifiche introdotte dal decreto, l’incentivo può essere corrisposto, in un’unica soluzione e previe dimissioni dall’impresa da cui è dipendente, al lavoratore che faccia richiesta di intraprendere un’attività autonoma, anche di micro-impresa, o finalizzata ad una associazione in cooperativa.

Non solo, ne possono usufruire i lavoratori già percettori di cassa integrazione ordinaria o straordinaria che intendano mettersi in proprio presentando la lettera di dimissioni. Questi lavoratori possono percepire le mensilità deliberate ma non ancora percepite e in presenza di un’anzianità aziendale di almeno dodici mesi di cui sei effettivamente lavorati potranno godere del trattamento di mobilità per un numero massimo di dodici mesi.