Il rapporto OCSE sulla diseguaglianza dei redditi

Il ministro del lavoro Elsa Fornero ha partecipato alla presentazione del Rapporto OCSE – Divided We Stand: Why Inequality Keeps Rising, ospitata nella sede Istat di Cesare Balbo a Roma lo scorso 24 gennaio 2012. Il Rapporto rappresenza un momento importante perché permette di fare un’analisi dettagliata dell’andamento dei divari di reddito delle famiglie negli anni che hanno preceduto la recente crisi economica globale, evidenzia in particolare come in Italia, così come nella maggior parte dei paesi OCSE, il differenziale retributivo e dei redditi familiari, soprattutto negli ultimi due decenni, si sia accentuato.

Misure per l’occupazione, le richieste delle parti sociali

Il problema non è solo l’occupazione giovanile ma è anche necessario definire misure in grado di dare risposte incisive per dare sostegno alle donne, agli over 50 e al reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione e ai disoccupati passando per la valorizzazione degli istituti esistenti con altre tipologie di lavoro flessibile, armonizzando costi e tutele.

Insieme alla valorizzazione del contratto a tempo indeterminato devono essere incentivate le tipologie contrattuali che promuovano il lavoro stabile quali l’uso del contratto di apprendistato professionalizzante come canale ingresso al lavoro per i giovani e il contratto di inserimento per il reimpiego dei lavoratori in disoccupazione, per l’occupazione femminile nelle aree ad alta disoccupazione e per gli over 50: da incentivi sul piano fiscale fino ad arrivare a quelli contributivi.

Iniziative per il lavoro da Cgil, Cisl e Uil

Le tre centrali sindacali hanno deciso di presentare un documento unitario con le proposte da presentare al governo Monti in tema di crescita, equità sociale e fiscale e naturalmente occupazione e pensioni. In base alle indicazioni presenti si chiede di approvare l’apertura di un confronto proprio sulla base delle proposte presentate oggi alla stampa

con l’obiettivo prioritario di invertire la pericolosa tendenza recessiva in atto da alcuni mesi e di realizzare al più presto l’obiettivo di far ripartire la crescita

La riforma delle pensioni e gli adeguamenti necessari per il lavoro usurante

Al momento l’Amministrazione del Lavoro e i relativi Istituti previdenziali, con l’Inps in testa, non hanno ancora dato i necessari chiarimenti in fatto di riforma delle pensioni fatta dal governo Monti e gli impatti sul lavoro usurante. Infatti, l’articolo 24 della legge n. 214/2011 non è di per sé sufficientemente chiaro perché intende radicalmente riformare tutta l’impalcatura pensionistica a suon di comma.

La salvaguardia del diritto per la pensione di vecchiaia e per quella di anzianità

 È opportuno riassumere la salvaguardia del diritto che consentono di usufruire la pensione con particolari criteri in deroga su quanto stabilito dalla riforma MontiFornero.

Per prima cosa i lavoratori in possesso dei requisiti di età e/o contribuzione per il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2011 e occorre anche considerare le diverse situazioni di deroga con applicazione dei requisiti dei età e/o contribuzione previsti dalla previgente disciplina anche se maturati dal 1 gennaio 2012.

In arrivo la certificazione del diritto alla pensione

Con la riforma in materia pensionistica operata dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero è possibile farsi certificare il diritto alla pensione così come descritto nel Messaggio Inps n. 24126 dello scorso 20 dicembre 2011.

In effetti, ricordiamo che il lavoratore che maturi entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età e anzianità contributiva previsti dalla normativa in vigore prima dell’entrata in vigore del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (decreto Monti), consegue comunque il diritto alla prestazione pensionistica secondo tale normativa, a prescindere dall’avvenuta certificazione di tale diritto.

Pensione 2012, novità sulla nuova previdenza

Il governo Monti ha radicalmente modificato il nostro sistema pensionistico abolendo di fatto la pensione di anzianità e incidendo in modo diretto sull’età pensionabile. In effetti, la riforma Monti-Fornero ha intrdodotto il pensionamento anticipato come sostitutivo della pensione di anzianità abolendo le quote, ossia età più contributi, per la pensione di anzianità.

Non solo, per accedere alla pensione anticipata occorre aver maturato, indipendentemente dall’età anagrafica, 41 anni e un mese di anzianità contributiva nel caso delle donne, 42 anni e un mese nel caso degli uomini: la soglia sarà, ad ogni modo,  aumentata sulla base dell’aumento della speranza di vita.

Governo Monti, in arrivo la comunicazione previdenziale annuale

 Elsa Fornero, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo Monti, ha fortemente voluto inserire nel decreto salva-Italia la comunicazione annuale, in carico all’Ente previdenziale di appartenenza, sulla situazione previdenziale di ogni singolo lavoratore.

Con questa iniziativa il ministro Fornero intende capovolgere il rapporto tra l’Istituto previdenziale e il lavoratore diffondendo, da una parte, la cultura previdenziale e, dall’altra, una mentalità e un atteggiamento più proattivo del lavoratore nei confronti del proprio Ente previdenziale.

Al momento il contenuto della comunicazione non è stato ancora definito anche se dovrebbe rifarsi su quello che già ricevono i lavoratori svedesi: in linea di massima dovrebbe offrire indicazioni sulle prestazioni future attese in base alla contribuzione in essere e mettere a punto, da parte del lavoratore, delle azioni correttive, ossia aderire a un fondo pensione.

Chiarimenti ufficiali dal Ministero del lavoro in materia di pensioni

Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, sotto la direzione della prof. Elsa Fornero, ha pubblicato una  nota ufficiale allo scopo di chiarire la manovra sulla previdenza decisa dal governo Monti a causa del decreto salva-Italia.

Come ricorda lo stesso ministero nel corso del Consiglio dei Ministri del 4 dicembre 2011 il Governo ha approvato un decreto legge che contiene misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità ed ha deliberato un complesso pacchetto di interventi con l’obiettivo di dare avvio a una fase di riforma strutturale dell’economia italiana.

Monito dall’Unione Europea: l’Italia deve fare di più

Per il responsabile degli Affari economici della Commissione europea, Olli Rehn, la manovra del governo Monti è ambiziosa e tempestiva ma occorre tenere alta la guardia e cimentarsi sui prossimi impegni: dall’esigenza di bilancio occorre mettere mano sull’impalcatura sociale ed economica del Paese anche se riconosce il lavoro svolto dal nostro premier Mario Monti fino ad oggi

un passo molto importante per puntellare le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica

Dal Governo Monti un prelievo sui fondi speciali

Il decreto salva Italia prevede un contributo di solidarietà variabile tra lo 0.3% e l’1% sui pensionati appartenenti ai fondi speciali Inps e dello 0.5% per chi presta ancora la sua attività lavorativa con decorrenza 1 gennaio 2012.

Il contributo è dovuto dai piloti, dirigenti d’azienda, trasportatori, elettrici e telefonici e intende rispondere ai criteri di equità e di armonizzazione dei regimi pensionistici coinvolgendo anche le casse private degli ordini professionali con l’obbligo di adottare entro il prossimo 31 marzo 2012 tutte le iniziative ritenute più opportune al fine di garantire l’equilibrio tra le entrate contributive e le spese delle prestazioni così come definite dai singoli regolamenti istitutivi.

Primi dettagli riforma delle pensioni di anzianità

Diversi quotidiani, sulle loro versioni online, hanno pubblicato la bozza del nuovo sistema pensionistico italiano definito dal governo Monti su suggerimento del ministro del lavoro Elsa Fornero: dall’eliminazione delle pensioni di anzianità fino alla mancata perequazione delle pensioni senza per nulla affrontare il tema della patrimoniale se non con timidi tentativi di far passare alcuni provvedimenti come imposta patrimoniale.

Vediamo alcuni punti della bozza. Per prima cosa si è deciso di abolire le pensioni di anzianità, ora si chiama pensione anticipata, eliminando le famose quote, ossia la somma tra l’età anagrafica e contributi versati, e i lavoratori dipendenti dal 2012 potranno andare in pensione, ovvero potranno uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, solo se possono vantare almeno 41 anni di contributi per le donne o 42 per gli uomini.

Le pensioni dalla legge Dini alla riforma Fornero, un percorso senza fine

Al momento non sappiamo ancora come cambierà il nostro sistema pensionistico perché il governo Monti, attraverso il ministro del lavoro Elsa Fornero, non ha illustrato il nuovo meccanismo previdenziale, ma l’unica cosa che possiamo fare è vedere il percorso del nostro sistema previdenziale dal 1995 ad oggi.

La nuova manovra sulle pensioni rappresenta l’ennesimo provvedimento su questa particolare e delicata materia che dal 1995 ad oggi è in continua modifica: non è più accettabile intervenire in modo semestrale privando i lavoratori di precise garanzie e di tutele tanto che auspichiamo che l’ultimo intervento, la riforma Fornero, possa diventare un preciso punto di riferimento che resista nel tempo o, perlomeno, per almeno 15 o 20 anni.

Le ultime novità del governo Monti sulla manovra economica

Mentre il presidente Napolitano, in occasione del congresso del PSI che si sta svolgendo a Fiuggi, richiama le forze sociali e politiche a conciliare rigore con equità stanno lentamente affiorando le proposte del governo Monti in vista della manovra che si dovrà concretizzare per gli inizi della settimana prossima.

In particolare, si starebbe valutando un innalzamento delle aliquote dell’imposta sui redditi, Irpef, di due punti per gli ultimi due scaglioni che dovrebbero passare dall’41 e 43% ai nuovi valori di 43 e 45% mentre rimane sempre alta l’attenzione sulla materia previdenziale e pensionistica tanto che il segretario confederale generale della CISL, Raffaele Bonanni, ha voluto manifestare le sue perplessità in occasione di un incontro a Milano parlando della riforma delle pensioni

Noi vogliamo una trattativa e non una semplice consultazione. Siamo stati convocati grazie alle pressioni della Cisl. Siamo per una trattativa, un confronto serrato stiamo parlando di problemi di milioni di persone, problemi delicatissimi che hanno bisogno di una giustificazione per qualsiasi soluzione si intraprenda