Inpgi, prestazioni in favore dei collaboratori coordinati continuativi

Anche l’Inpgi recepisce le indicazioni della gestione separata dell’Inps e prevede forme di carattere assistenziale che tutelano la maternità e la paternità, il congedo parentale dei collaboratori coordinati continuativi.

In effetti, alle giornaliste titolari di una collaborazione – per le quali nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile siano stati versati almeno tre contributi mensili – è corrisposta un’indennità di maternità per i due mesi antecedenti la data presunta del parto e per i tre mesi successivi alla data stessa.

L’indennità è riconosciuta anche per i periodi di interdizione anticipata dal lavoro.

Nel caso in cui la giornalista non sia più iscritta alla gestione separata, ma abbia maturato il requisito di almeno tre contributi versati ha comunque diritto a percepire l’indennità di maternità. Non ha diritto a percepirla nel caso in cui   abbia titolo a prestazioni di maternità di importo superiore in forza di attività lavorativa (autonoma o subordinata) intrapresa  successivamente.

Lavoratrici madri: la tutela estesa alla gestione separata

La tutela della maternità prevista per le lavoratrici dipendenti è estesa anche alle lavoratrici subordinate per via del particolare contratto di collaborazione che intercorre tra le parti.

Per aver diritto alla tutela le lavoratrici devono essere iscritte alla gestione separata e versare la relativa contribuzione maggiorata dello 0,50% che, dal 7 novembre 2007 a seguito dell’aliquota aggiuntiva dello 0,22, è diventata dello 0,72%.

Non solo, queste lavoratrici, oltre a versare il relativo contributo, non devono essere iscritte ad altra forma previdenziale e non devono essere titolari di altre forme di pensione.

Maternità: il datore di lavoro e la flessibilità oraria

 Le donne in maternità, come noto, nel nostro Paese, a causa di un mercato del lavoro che non offre grande flessibilità, a partire dagli orari, trovano difficoltà a conciliare la vita familiare con i propri impegni professionali. Questo accade anche in Provincia di Rovigo dove, secondo quanto sottolineato dalla consigliera provinciale di Parità, Anna Maria Barbierato, c’è un trattamento discriminatorio proprio a carico delle donne nel mondo del lavoro. Al fine di poter adempiere al proprio dovere di madre, le donne in maternità hanno bisogno necessariamente di richiedere la flessibilità oraria, ma in base alle segnalazioni di donne in difficoltà ricevute dalla consigliera provinciale di Parità, sono proprio i datori di lavoro le figure che al riguardo fanno la maggiore opposizione.

Il ruolo della donna nel lavoro

Il Parlamento europeo lo scorso 7 settembre ha votato una risoluzione in cui chiede agli statti membri più risorse alle politiche sociali in favore delle donne.

In particolare, la mozione chiede l’istituzione di ferie retribuite aggiuntive a quelle di malattia o maternità attualmente previste e speciali agevolazioni lavorative e previdenziali per le dipendenti con a carico uno o più anziani.

In sostanza l’organismo europeo chiede scelte coraggiose ai governi dei singoli Paesi per approntare politiche serie che tengano conto del rapido processo di invecchiamento della popolazione e che portano a carico delle donne a oneri maggiori per la cura dei familiari anziani.

La tutela del licenziamento delle lavoratrici madri

Il nostro ordinamento protegge la funzione familiare della donna e per questo motivo ha predisposto una serie di tutele dal licenziamento durante la maternità.

In effetti, a questo riguardo le disposizioni legislative sono diverse.

Possiamo, a questo riguardo, ricordare il decreto n. 198 del 2006 o il decreto n. 151 del 2001 che vietano l’inserimento di particolari clausole nel contratto di lavoro quali il nubilato o il licenziamento in prossimità di tali eventi.

Il legislatore prevede delle eccezioni per le giustificazioni tipiche ed espressamente richieste dalle norme con onere della prova a carico del datore di lavoro.

Per questa ragione il datore di lavoro non può licenziare la lavoratrice nell’inizio del  periodo di gestazione e fino al compimento di un anno di età del bambino.

Esenzione studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in maternità

È stata presentata una proposta di legge alla Camera dei Deputati di iniziativa del deputato Mosca in materia di applicazione degli studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in caso di maternità.

Premesso che gli studi di settore possono essere definiti come un metodo a base statistica per il calcolo dei ricavi o dei compensi presunti dell’attività di ogni impresa o professionista.

Grazie a questo meccanismo è possibile fotografare il giro d’affari presumibile di commercianti, artigiani e professionisti e ne stabiliscono l’imponibile fiscale.

Insegnanti precari, il congedo parentale deve essere pieno

Lavorare con un contratto a tempo determinato non riduce le tutele: ecco in sostanza cosa stabilisce la corte di Cassazione.

Gli insegnanti precari, sebbene in contratto a tempo determinato, godono dello stesso trattamento dei loro colleghi occupati a tempo pieno in fatto di congedo parentale e di maternità.

Lo ha ribadito la Corte di Cassazione che ha posto in evidenza il contenuto del contratto nazionale di lavoro del comparto scuola del 2001.

Calcolo del contributo figurativo per le lavoratrici a progetto

Le lavoratrici a progetto hanno diritto ad usufruire dei congedi parentali al pari di quelli di maternità. In particolare, possono usufruire, dal 1 gennaio del 2007, di permessi fino a tre mesi nel primo anno di vita del bambino.

Non solo, nell’ipotesi di gravidanza, i contratti a progetto, sono prorogati di diritto per altri 180 giorni, salve altre disposizioni più favorevoli.

Nei periodi di congedo parentale e di maternità le lavoratrici a progetto hanno diritto all’accredito della relativa contribuzione figurativa utile ai fini del trattamento pensionistico.

Congedo di maternità per le lavoratrici a progetto

Dopo aver puntualizzato le tutele economiche a favore delle lavoratrici a progetto, ora cerchiamo di chiarire meglio il congedo di maternità previsto per la lavoratrice in questione.

In effetti, a seguito della decisione del Ministero del Lavoro, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, che ha reso esecutiva, con decreto del 13 luglio 2007, l’estensione delle tutele di cui agli articoli 16, 17 e 22 del decreto n. 151/2001 a favore dei lavoratori a progetto e delle categorie assimilate, il maggiore istituto previdenziale italiano è intervenuto nella materia al fine di chiarire la sua posizione a riguardo.

In effetti, l’Inps ha puntualizzato, con la circolare n. 64 del 13 maggio 2010, i principi e le modalità di calcolo della contribuzione figurativa a favore, per l’appunto, dei lavoratori a progetto.

La maternità per i lavoratori a progetto

Le lavoratrici a progetto, le collaboratrici coordinate e continuative, le associate in partecipazione e le lavoratrici autonome non iscritte ad una cassa previdenziale professionale possono ricorre ad alcune tutele di natura economica al fine di salvaguardare una parte dei loro compensi. L’unica condizione essenziale è la sola iscrizione alla gestione separata Inps, così come prevede l’articolo 2 della legge 335/1995.

Infatti, per i congedi di maternità e di paternità è prevista una specifica indennità, sempre che il lavoratore abbia maturato almeno tre mesi di contribuzione maggiorata (dello 0,50% fino all’entrata in vigore del D.M. 12/07/2007 e dello 0,72% per i periodi successivi) nei dodici mesi antecedenti al periodo indennizzabile.

Moms@work: le mamme come risorsa per le aziende

 Part-time meno rigidi, reversibilità della maternità anticipata, possibilità di negoziazione di accordi all’interno dell’azienda, frazionamento dell’orario del congedo facoltativo, accordi aziendali interni più semplici e flessibili, incentivi per l’introduzione di pratiche di flessibilità: sono solo alcune delle richieste e/o delle difficoltà riscontrate dalle aziende nell’attuazione di forme di conciliazione famiglia-lavoro a favore di lavoratrici madri.

Questo scenario è stato censito durante la fase pilota del progetto Moms@work, il primo servizio di intermediazione professionale dedicato alle mamme che lavorano sostenuto e promosso da Gi Group, che presenta i primi risultati nel convegno patrocinato dalla fondazione Gi Group Academy e da AIDP “Moms@work; le mamme come risorse per le aziende” a cui parteciperanno Mara Carfagna, Ministro per le Pari Opportunità, Francesca Pelaia del Dipartimento Politiche per la Famiglia, Giulio Boscagli, Assessore Regionale alla Famiglia, Gianluigi Petteni, Segretario Regionale CISL Lombardia, Stefano Colli-Lanzi e numerose aziende.

Appuntamento per giovedì 24 giugno alle ore 9,15 presso il Palazzo del lavoro di Gi Group in piazza IV Novembre 5 a Milano.

Inps, chiarimenti per assegno di maternità

Il primario istituto previdenziale italiano, l’Inps, con la circolare n. 62 del 29 aprile 2010 fornisce alcuni chiarimenti e precisazioni sulle prestazioni economiche durante la maternità.

L’Inps ha ribadito che il congedo di maternità, previsto agli artt. 16 e 17 del D.Lgs.151/2001 (T.U. maternità/paternità), è stato esteso anche in favore delle lavoratrici iscritte alla Gestione Separata (vedi circolare n. 137/2007 e messaggio del 27.03.2008 n. 7040) in questo modo sono estese le stesse provvidenze previste per le lavoratrici dipendenti.

Nuovi regolamenti per la tutela dei lavoratori in Europa

Dal 1° maggio 2010 entrano ufficialmente in vigore i nuovi regolamenti europei sulla sicurezza sociale.

Infatti, da quella data le norme relative alla sicurezza sociale di ciascun Paese saranno coordinate a livello europeo con l’obiettivo di tutelare meglio il diritto specifico di ciascun cittadino europeo.

In sostanza, parliamo del regolamento n. 883/2004 del 29 aprile 2004 (il cosiddetto regolamento di base) che sostituirà il regolamento 1408/71 attualmente in vigore, mentre il regolamento n. 988/2009 del 16 settembre 2009, oltre a modificare il regolamento di base, ne determina il contenuto dei relativi allegati.

In particolare, il regolamento n. 988/2009 intende essere il nuovo punto di riferimento in materia e consente l’effettivo esercizio del diritto alla libera circolazione delle persone nell’Unione europea, oltre a rafforzare gli obblighi di cooperazione tra le amministrazioni in materia di sicurezza sociale.

moms@work: un sito per le donne che vogliono essere mamme e lavorare

Mamme e lavoro: un connubio non sempre facile. Tuttavia qualcosa sembra muoversi. A questo proposito qualche giorno fa in un articolo all’interno del blog Tutto Mamma ho descritto un interessante progetto chiamato moms@work; torno a parlarne anche qui perchè credo meriti particolare attenzione.

Cos’è moms@work?

E’un progetto creato da Gi Group (un’agenzia per il lavoro) ed attivo per ora sul territorio di Milano che si prefigge un duplice obiettivo:

1) aiutare donne qualificate e motivate a rientrare – o a trovare il proprio spazio – nel mondo del lavoro
2) aiutare le aziende a capire e a cogliere i vantaggi, anche economici, del lavoro flessibile.
Fornendo ad entrambi servizi di recruitment e consulenza specializzati.