In crisi anche il settore della moda

Anche il sistema moda sta risentendo in modo piuttisto pesante della crisi che sta colpendo un po’ tutti i settori. Queste le parole poco rassicuranti di Michele Tronconi, presidente del Sistema Moda Italia.

Entro la fine dell’anno prevediamo una riduzione di 26-27 mila occupati su un totale di 508 mila nel settore, gli effetti più pesanti della crisi sul lavoro li vedremo nei prossimi mesi.

Secondo Valeria Fedeli, leader della Filtea-Cgil al previsione potrebbe però essere diversa se

si considera tutta la filiera del settore, industriale e artigano, con cuoio, calzature e occhiali: in questo caso i posti di lavoro a rischio sono circa 80mila su un’occupazione totale di 785.000 addetti

Imprenditoria immigrata: in Italia tanti piccoli “business”

 Nel nostro Paese per gli immigrati è soprattutto il lavoro uno degli aspetti che agevola la loro integrazione, e che gli permette di dare tra l’altro un contributo valido alla crescita della nostra economia. In Italia anche gli immigrati hanno accusato e risentono della crisi, ma anche per modi e stili di vita trattengono il respiro in attesa di tempi migliori, e mostrano una vitalità ed una fiducia che permettere loro, tra l’altro, di potersi affermare non solo come lavoratori, ma anche come imprenditori.

Non a caso, secondo un rapporto di InfoCamere, anche ai tempi della crisi in Italia l’imprenditore immigrato fa leva sulle sua capacità ed abilità per integrarsi nella società e nel territorio in cui opera, e dove, molto spesso, è titolare di un’impresa sotto forma di ditta individuale. Per l’imprenditore immigrato è il commercio il settore preferito, ma non mancano titolari d’impresa immigrati anche nel settore delle costruzioni, manifatturiero e servizi alle imprese.

Se sei bello guadagni di più

Secondo voi essere belli può aiutare sul posto di lavoro? Stando ai dati di una ricerca compiuta dall’Università di Yale sì. Hanno esaminato 4000 tra uomini e donne e ne è emerso che i belli arrivano a guadagnare anche il 10% in più dei colleghi un po’ meno affascinanti. Oltre agli stipendi sono stati valutati anche i quozienti intellettivi dei volontari. E’uscito fuori che chi è meno bello deve essere intelligente più del 40% rispetto ad uomo o ad una donna bella per poter guadagnare la stessa cifra.

Colf e badanti: quasi 300 mila ora sono in regola

 Dovevano essere all’incirca 300 mila, e così è stato. Mercoledì scorso, 30 settembre 2009, si è infatti è chiusa la campagna di regolarizzazione per colf e badanti; ebbene, in accordo con quanto riporta una nota ufficiale del Ministero dell’Interno, le domande di regolarizzazione pervenute sono state 294.744, di cui 114.336 per la regolarizzazione delle badanti, e 180.408 domande per le colf.

In questo modo, quasi 300 mila lavoratori italiani, comunitari e immigrati irregolari possono ora guardare al futuro con più certezze e più tutele riguardo alle prestazioni svolte; il datore di lavoro, per ogni posizione sanata, ha pagato con il modello F24 un contributo di emersione una tantum pari a 500 euro, potendo tra l’altro avvalersi della possibilità di “chiudere” con il passato visto che con la regolarizzazione a carico del datore di lavoro non scattano provvedimenti e/o sanzioni, anche penali, sulla situazione pregressa.

A fronte delle 294.744 domande presentate, il Ministero dell’Interno ha rilasciato altrettante ricevute, mentre i moduli di regolarizzazione richiesti sono stati ben 351.219. 149.670 domande di regolarizzazione sono state inviate dai privati, 137.160 da Patronati ed Associazioni, 4.673 dai Consulenti del Lavoro ed appena 3.238 dai Comuni italiani.

Lavoro call center: più disoccupati senza “offerte retention”

 A seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, la delibera dell’Agcom sulla riduzione dei tempi per attuare la portabilità del numero di cellulare da un gestore ad un altro è tornata ad avere piena efficacia; il Consiglio di Stato, infatti, ha annullato la sospensiva imposta dal Tar del Lazio sulla “portabilità veloce”, e di conseguenza, con ricadute positive sui consumatori, passare da un gestore all’altro avviene nell’arco di tre giorni; ma purtroppo in tutto, ed anche in questo caso, c’è il rovescio della medaglia. Con la “portabilità lenta“, infatti, il vecchio gestore, prima di “esaudire” la richiesta del cliente, faceva un ultimo tentativo per farlo desistere, proponendogli in particolare un’offerta quasi “personalizzata” in grado di trattenerlo. Trattasi delle cosiddette “offerte retention” che vengono gestite dagli operatori di call center e che quindi contribuiscono a dare lavoro a tanti giovani. A conti fatti, quindi, con la “portabilità veloce” ci guadagna il consumatore ma ci perde il lavoratore.

Supplenti a rischio nomina

Il ministro dell’Istruzione Maria Grazia Gelmini aveva firmato ad aprile un decreto riguardante le graduatorie dei precari  che si rinnovava rispetto al passato: la differenza consisteva nel fatto che le graduatorie erano bloccate per due anni e che vi era la possibilità per i supplenti di inserirsi su tre province (oltre quella di appartenenza) ma soltanto in coda.

Tale  provvedimento avvantaggiava i precari delle regioni settentrionali spesso surclassati nelle immissioni in ruolo e nell’attribuzione delle supplenze più lunghe dagli altri colleghi del meridione, i quali non solo avevano più anni di precariato, ma anche più punti.

Informatica e telecomunicazioni: a rischio migliaia di posti di lavoro

 In Italia la recessione picchia duro anche nel comparto dell’Ict, l’Information and Communication Technologies, al punto che di questo passo a fine anno saranno persi nel settore ben 20 mila posti di lavoro. La stima, nello specifico, emerge dalle anticipazioni sul Rapporto dell’Assinform, che traccia, tra l’altro, l’andamento della domanda di settore, e da cui è emerso un arretramento generalizzato che, partendo dal calo della domanda nella pubblica amministrazione, passa anche attraverso gli altri utilizzatori, ovverosia le famiglie e le imprese. Pesante, in particolare, è stato nel primo semestre il crollo della domanda di hardware con un -15,7%, ed a ruota i servizi informatici con un -7,3% ed il software con un -4,1%; il dato aggregato parla di un calo della domanda dell’Ict del 4,5% nei primi sei mesi, con prospettive tutt’altro che rosee, purtroppo, per l’ultimo trimestre dell’anno in corso. Di conseguenza, davanti a questo quadro allarmante, Assinform nel Rapporto sottolinea la necessità di mettere a punto interventi di natura urgente per sostenere le imprese e, di riflesso, anche l’occupazione per evitare una vera e propria emorragia di posti di lavoro.

Lavorare in Europa: settimana della mobilità internazionale

Lavorare in Europa: settimana della mobilità internazionale 5 – 9 ottobre 2009

In occasione delle giornate europee dedicate al lavoro, Città dei Mestieri di Milano insieme ad EURES Milano, organizza una settimana dedicata al lavoro in Europa per sensibilizzare e informare il pubblico sulle opportunità della mobilità geografica e professionale.

Nei 2 punti informazione (uno presso il Polo orientamento di Via Soderini ed un altro presso il Job caffè di Corso di Porta Vittoria) potrete trovare:

– schede informative sui paesi europei per vivere, studiare e lavorare all’estero
– informazioni sui titoli di studio e sul loro riconoscimento
– gli strumenti per trovare lavoro: il cv in lingua e la lettera di accompagnamento
– la banca dati EURES: portale europeo della mobilità internazionale per trovare offerte di lavoro sempre aggiornate.

A disposizione anche un orientatore.

Ammortizzatori sociali: sono da rafforzare per i lavoratori

 Con lo scoppio della crisi è aumentata la “cooperazione” tra i lavoratori e le imprese; lo dimostra l’ultimo dato dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) riguardo al calo degli scioperi, ma resta il problema degli ammortizzatori sociali che vanno rafforzati affinché anche i lavoratori, e non solo le imprese, possano uscire dalla crisi. Non a caso, Giorgio Santini, Segretario confederale della Cisl, ha messo in evidenza come tanti lavoratori con un contratto di lavoro flessibile, una volta scaduto non siano riusciti ad accedere agli ammortizzatori sociali a causa degli stringenti requisiti assicurativi che sono necessari per fruire degli strumenti di sostegno al reddito. Di conseguenza, alla cooperazione tra lavoratori ed imprese deve seguire anche una collaborazione tra Governo, Regioni e parti sociali affinché sul territorio si possano rilevare le criticità presenti sul fronte occupazionale, e si possano adottare strumenti di proroga degli ammortizzatori sociali e soluzioni per permettere alle imprese di non licenziare.

Sussidi di disoccupazione: con la crisi si impennano le domande

 Anche nel nostro Paese la crisi finanziaria ed economica sta generando effetti nefasti sul fronte occupazionale, con la conseguenza che negli ultimi mesi c’è stato da parte delle imprese un robusto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ma molti lavoratori precari, quelli che per Legge non dovrebbero accedere agli ammortizzatori sociali, si sono potuti avvalere anche della cassa integrazione in deroga. Di certo la fase peggiore della crisi sembra alle spalle, ma il rischio che in Italia l’esercito dei disoccupati da qui a qualche mese possa continuare ad ingrossarsi rimane alto. Gli ultimissimi dati forniti dall’Inps, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, non possono tra l’altro non innescare una riflessione approfondita sulla situazione del mercato del lavoro in Italia; nello scorso mese di aprile, infatti, sono stati ben 450 mila i sussidi di disoccupazione concessi dall’Inps, mentre nel mese precedente era stata addirittura superata la quota dei 460 mila sussidi.

Il D. Lgs. 81/08 è stato corretto dal D.Lgs. 106/09

Il Decreto legislativo n.81 del 2008 (il cosiddetto Testo Unico per la sicurezza sul lavoro), è stato integrato da un decreto correttivo, il cosiddetto Decreto Legislativo n.106 del 2009. Tale modifica è stata apportata a causa delle numerose morti sul lavoro che ha portato il ministro del Lavoro Sacconi a comunicare un nuovo progetto straordinario per la sicurezza.

Tra le principali novità introdotte dal Decreto vi sono:

  • la ridefinizione del campo di applicazione che si amplia ai volontari della Croce Rossa, le forze armate e di polizia ed i vigili del fuoco per i quali verranno emanati appositi decreti entro 2 anni dall’entrata in vigore del decreto
  • lo snellimento di alcune procedure riguardanti la valutazione dei rischi ed i sistemi di gestione

Insegnanti scuola: futuro incerto per i giovani docenti

 Dalla festa del Pdl è giunta una notizia poco incoraggiante per i giovani docenti italiani che lavorano a scuola in condizioni di precarietà, e che da un anno all’altro non sanno se possono continuare a lavorare e dove possono farlo. Sono molti coloro che, nel comparto della scuola, alcuni da parecchi anni, attendono la sospirata stabilizzazione, magari in modo tale da sposarsi e mettere su famiglia, acquistare la casa con un mutuo, e guardare al futuro con più tranquillità e serenità. Purtroppo, rispondendo ad una domanda di una docente precaria tanto delusa quanto arrabbiata per non poter insegnare quest’anno, il Ministro Gelmini nel corso della festa nazionale del Popolo della Libertà ha dichiarato che 150 mila lavoratori precari della scuola da stabilizzare sono troppi. Insomma, forse per molti giovani docenti è inutile continuare a sperare in un lavoro nella scuola a tempo indeterminato; questo perché, come sottolineato da Mariastella Gelmini, la stabilizzazione di decine di migliaia di precari farebbe fallire la scuola statale, mentre il Ministro, in linea con quanto ha fatto sin dall’inizio del suo mandato, punta a fare in modo che la scuola pubblica italiana cresca in qualità e non necessariamente in termini di numero di dipendenti.

Lavoro irregolare: molto diffuso nel settore dei servizi

 Negli ultimi dieci anni è maturata sempre di più nel nostro Paese l’attenzione al fatto che il lavoro irregolare contribuisce a frenare lo sviluppo socio-economico, esercitando, sui potenziali investitori, dei veri e propri fenomeni ed effetti di dissuasione. A rilevarlo è l’IRES – Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, che, con il progetto “INREGOLA”, ha effettuato un’analisi da cui, tra l’altro, è emerso come la sicurezza sul lavoro, l’emersione e la legalità rappresentino temi che non possono essere trattati separatamente. Nel nostro Paese l’economia sommersa viene stimata tra il 17% ed il 19% del prodotto interno lordo, con una perdita di gettito per lo Stato stimata in ben 100 miliardi di euro all’anno. In base ai dati Istat del 2005, nel nostro Paese ci sono poco più di 5,5 milioni di lavoratori non in regola, e di questi tre milioni risultano essere occupati a tempo pieno; ne consegue che in Italia il 12% delle persone che lavorano non è messo in regola. Ma in quali settori dell’economia tende maggiormente ad annidarsi il lavoro irregolare?

Cercare e trovare lavoro con i social network professionali

 Per cercare e trovare lavoro oramai non c’è più bisogno di andare in edicola e comprare l’ultimo numero di una rivista dove ci sono concorsi ed annunci. La rete Internet, infatti, se ben “sfruttata”, offre l’opportunità non solo di ridurre le distanze, ma anche di mettersi in contatto con le “persone giuste”, ovverosia quelle con le quali è possibile scambiarsi esperienze e competenze comuni, ma anche mettersi in contatto con manager, titolari d’azienda e professionisti che ci possono permettere di trovare un’occupazione in linea con le proprie aspettative. In tal senso, l’utilizzo su Internet di social network professionali come LinkedIn (www.linkedin.com) può rivelarsi un’arma vincente. Un social network professionale on-line, infatti, abbatte le barriere e permette di poter far conoscere a tutti le proprie capacità, la propria esperienza, ma anche la voglia di far carriera. Anche su LinkedIn, così come per ogni social network professionale on-line che si rispetti, è importante ben definire il proprio profilo, inserire un curriculum dettagliato e mettere in mostra la propria esperienza.