Eureka, quando l’invenzione è del lavoratore

 Questa materia è regolata dall’articolo 2590 del codice civile e nella fattispecie si applicano anche le opere dell’ ingegno create dal lavoratore nel corso del rapporto di lavoro. Oggi, il lavoratore che rientra in questa tutela non è solo quello subordinato ma anche quello con contratto a progetto.

I diritti patrimoniali sono oggetto di una apposita disciplina che ha sostituito l’articolo 23 e seguenti della legge n. 1127 del 1939. In questo contesto ci riferiamo alla norma dettata dal codice della proprietà intellettuale (art. 64 del D.Lgs n. 30 del 2005).

Legittimità dei licenziamenti collettivi, tra leggi e interpretazioni

 La legge che disciplina i licenziamenti collettivi è stata più volte modificata e integrata da interpretazioni a volte contrastanti tra loro.

La legge n. 223/91 è stata infatti modificata, per esempio, con il D. Lgs dell’8 aprile 2004 n. 110 che ha esteso la disciplina anche ai datori di lavoro in precedenza esclusi, vale a dire alle organizzazioni dei datori di lavoro senza scopo di lucro quali i sindacati, le fondazioni o i partiti purché occupino più di 15 dipendenti e che intendono procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro con almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni.

In questo modo il datore di lavoro è obbligato ad avviare la procedura in sede sindacale e successivamente, in sede amministrativa, ovvero avanti la Direzione Provinciale del Lavoro di appartenenza.

Quando il malato è irreperibile

 È di per sé chiaro che la certificazione di malattia del lavoratore dipendente deve rispondere a precisi criteri oggettivi.

Per prima cosa occorre precisare che il certificato di malattia deve essere redatto dal medico curante in doppia copia secondo moduli predisposti allo scopo. In realtà il certificato è costituito da due sezioni: una deve essere consegnata al datore di lavoro e l’altra all’istituto previdenziale competente.

In mancanza dell’ apposito modulo INPS e’ possibile redigere i certificati sul ricettario privato del medico purché contengano gli stessi dati del modulo di legge (circolare INPS n. 99 del 13/05/96), ad esempio vanno bene anche i moduli in uso presso i reparti ospedalieri o di pronto soccorso, a condizione però che dagli stessi risulti una prognosi non di natura strettamente “clinica”.

Lavoro e crisi: i contratti flessibili penalizzano i giovani

 Gli ultimissimi dati rilasciati dall’Istat nella giornata di ieri, sull’andamento del mercato del lavoro, rivelano che nel nostro Paese è aumentata la disoccupazione, e che i senza lavoro hanno raggiunto la quota dei due milioni. Il tasso di disoccupazione in Italia è così salito all’8% ma al di sotto della media europea, sebbene lo stesso non si possa dire per quella giovanile che  in Italia è più alta rispetto all’eurozona. Ad affermarlo è stato il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, il quale, di conseguenza, ritiene che a favore dei giovani, penalizzati dai contratti flessibili, si debba fare di più sia migliorando l’indennità per i co.co.pro, ed in particolare i requisiti di accesso, sia gestendo al meglio i percorsi legati alla scuola, alla formazione ed al lavoro.

Cassa integrazione lavoratori stranieri: proposta “provocatoria” della Lega

 La Lega ha presentato un emendamento alla Legge Finanziaria 2010 con il quale, se approvato, si introdurrebbe una limitazione alla cassa integrazione dei lavoratori stranieri. Verrebbe infatti imposto per loro un tetto massimo di sei mesi, dopodiché non avrebbero alcuna tutela in materia di sostegno al reddito. Al riguardo ricordiamo che di recente l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ha messo in evidenza come per la cassa integrazione sia per quest’anno, sia per l’anno prossimo, le coperture siano adeguate; anzi, il Presidente dell’Inps nelle ultime settimane ha sottolineato come ci sia un basso “tiraggio” per lo strumento della cassa integrazione guadagni, con le imprese che, in particolare, fruiscono di un numero di ore di cassa integrazione sensibilmente inferiori rispetto a quelle richieste ed autorizzate. Come mai allora questo emendamento della Lega?

Pubblico impiego: sciopero generale FP Cgil per rinnovo contratto

 Venerdì 11 dicembre i lavoratori del pubblico impiego incroceranno le braccia e scenderanno in piazza per manifestare sul rinnovo del contratto, per il quale, in base allo sciopero generale proclamato dalla Funzione Pubblica Cgil, si chiede un adeguamento tale da garantire e preservare la capacità d’acquisto dei lavoratori. La decisione della FP Cgil di scendere in piazza, senza tra l’altro, “aspettare” la Cisl e la Uil, è anche legata alla richiesta di stabilizzazione dei lavoratori precari, per i quali viene chiesta l’inclusione nel contratto di lavoro nazionale. Al riguardo, secondo Carlo Podda, segretario generale Funzione Pubblica Cgil Nazionale, il Governo non ha dato risposte adeguate sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, e visto che il tempo è scaduto è arrivata puntuale ed inesorabile la decisione del Sindacato di scendere in piazza.

Lavoro precario: ricercatori Ispra, protesta ad oltranza

 A Roma, e precisamente sul tetto dell’Ispra di via Casalotti, al numero 300, è in atto una protesta ad oltranza da parte dei lavoratori precari dell’Istituto; il presidio, tra l’altro, può essere seguito da tutti, via Internet, accedendo a questo link. I ricercatori, quindi, a rischio in quanto col contratto in scadenza, fanno sapere, per voce del coordinamento USI RdB Ricerca, che non scenderanno dal tetto se la vertenza non si chiuderà con esito positivo. Nella giornata di oggi, tra l’altro, i ricercatori hanno organizzato iniziative a sostegno della protesta, e a difesa del posto di lavoro, nella Provincia di Roma, mentre dopodomani i precari faranno sentire la loro voce al Parlamento. Al momento i ricercatori non sembrano per nulla propensi a sospendere il presidio sul tetto, visto che ancora non c’è chiarezza riguardo alla destinazione dei fondi che il Ministro Prestigiacomo ha richiesto.

Il Tribunale di Firenze estende il congedo di paternità

 Importante sentenza del Tribunale di Firenze, sezione lavoro con presidente Giampaolo Muntoni, che estende la norma dell’astensione del congedo di paternità anche nei due mesi precedenti il parto.

Questa è una novità importante che rafforza le tutele previste per la famiglia nel settore delicato dell’assistenza ai figli.

In questo modo il padre, oltre a poter astenersi dall’attività lavorativa nei tre mesi successivi al parto con l’80% dello stipendio, ha la possibilità, in base ad una reciprocità nel trattamento dei diritti che il giudice di Firenze ha riconosciuto, di estendere il suo diritto all’assistenza anche nel periodo precedente.

Lavoro e diritto allo studio: forti differenze tra Nord e Sud

 Per uscire dalla crisi, tutti uniti, senza il rischio che si accentuino le diseguaglianze a livello territoriale, è necessario investire sui giovani, nella loro formazione, garantendo nel Mezzogiorno quei necessari investimenti per colmare un divario, esistente e palese, che c’è tra Nord e Sud. Su tali basi la CGIL ha indetto per il prossimo 28 novembre 2009 una manifestazione finalizzata proprio a ribadire la necessità di investire nel Mezzogiorno per il Diritto allo studio. Questo perché esistono delle criticità e delle differenze che riguardano non solo le borse di studio, ma anche gli alloggi e le mense, spesso inefficienti e carenti nel Meridione, per non parlare poi dello stato in cui versa al Sud l’edilizia scolastica con tutti i rischi che ne conseguono in materia di sicurezza. Per questo secondo Vera Lamonica, Segretaria Confederale del più grande Sindacato italiano, è necessaria una svolta, un percorso che segni una discontinuità rispetto a quanto accaduto nel passato.

Handicap e disabilità, la legge 104

 La legge 104/92 è certamente una norma che nelle intenzione avrebbe dovuto riformare in modo profondo le politiche sociali a favore delle persone disabili e dalle loro famiglie.

L’articolo 33 prevede la concessione dei permessi lavorativi a favore dei lavoratori che assistono un familiare con handicap grave, e per gli stessi lavoratori con grave disabilità.

Dal 92 in poi, sull’argomento vi sono state circolari applicative, spesso contradditorie, sentenze e norme che hanno chiarito e rivisto l’iniziale impianto della disposizione.

Il risultato é che spesso i diretti interessati non riescono bene a comprendere quali siano i propri diritti e come ottenerli.

I 3 giorni di permessi mensili previsti dalla legge 104/92 per i lavoratori che siano affetti da un handicap in situazione di gravità e per i lavoratori che assistono figli e familiari con handicap possono essere fruiti anche frazionandoli in permessi orari.

Festività e trattamento economico

 Quando una giornata è considerata festiva? Sembra una domanda banale ma in realtà non è proprio così.

La legge 22 Febbraio 1934 n. 370 indica espressamente che sono da considerarsi giorni festivi le domeniche o i giorni di riposo settimanale compensativo, salvo le eccezioni stabilite dalla norma stessa.

Il codice civile all’art. 2109 richiama la tutela del giorno di riposo; infatti, il prestatore di lavoro ha diritto ad un giorno di riposo ogni settimana coincidente, di norma, con la domenica.

Successivamente alla legge del 1934 la materia è stata ulteriormente definita. Oggi sono considerate giornate festive le domeniche e le festività nazionali e infrasettimanali individuate dalla legge (legge n. 260/1949; legge n. 90/1954; legge n. 54/1977; D.P.R. n. 792/1985; legge n. 336/2000).

Benefici di fine servizio per i dipendenti dello stato

  L’indennità di buonuscita è una somma di denaro corrisposta una sola volta al lavoratore quando cessa dal servizio così come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 1032 del 29 dicembre 1973 e successive integrazioni e modificazioni.

Ne beneficiano tutti gli iscritti ad un fondo di previdenza per i dipendenti civili e militari dello Stato (Inpdap), assunti con contratto a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000 che hanno risolto, per qualunque causa, il rapporto di lavoro e quello previdenziale con l’Inpdap con almeno un anno di iscrizione.

Per il personale assunto con contratto a tempo indeterminato dopo il 31 dicembre 2000 trova applicazione, invece, la disciplina del trattamento di fine rapporto (Tfr).

Così, ad esempio, i dipendenti di una università possono beneficiare dell’indennità di buonuscita a patto che siano di ruolo (docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo) e con almeno un anno di iscrizione al fondo di previdenza ex ENPAS.

I contributi per la Gestione separata dell’INPS

 Nella Gestione separata dell’INPS confluiscono tutti i contributi dei lavoratori autonomi che esercitano un’attività professionale o di collaborazione, per la quale non era prevista una forma assicurativa pensionistica come previsto dalla legge di riforma del sistema pensionistico (legge 335/1995).

La Gestione separata ha lo scopo principale di finanziare un fondo obbligatorio che garantisce una pensione (invalidità, vecchiaia e superstiti) calcolata con il sistema contributivo in presenza di un minimo di 5 anni di versamenti.

Ricordiamo che per la riforma Biagi, a partire dal 24 ottobre 2003 le collaborazioni, per essere considerate tali, devono essere inquadrate in un progetto, programma, o fase di essi. In caso contrario, il rapporto si presume di lavoro dipendente.

La domanda va fatta del soggetto direttamente all’ente previdenziale, anche attraverso una telematica, utilizzando i modelli in distribuzione presso tutte le sedi territoriali specificando i propri dati anagrafici, il codice fiscale, il tipo di attività svolta, l’inizio dell’attività e, quando si tratta di collaborazione coordinata e continuativa, i dati del committente.

Lavoro e crisi: la Cgil “esige” delle risposte

 Erano in centomila ieri le persone che a Roma hanno partecipato ad una manifestazione che, indetta dalla Cgil, è stata organizzata per far emergere e portare alla luce le storie di tanti lavoratori colpiti dalla crisi. Secondo Guglielmo Epifani, segretario generale del più grande Sindacato italiano, parlando ad una piazza gremita di persone, il peggio non è ancora passato; secondo il leader della Cgil, infatti, ad attraversare il guado sono state sinora solo le banche e le borse, ma per il lavoro e per i lavoratori il peggio deve ancora venire. Guglielmo Epifani si è rivolto direttamente ed espressamente al Governo, invitandolo a cambiare registro e ad affrontare una volta per tutte i nodi di questa crisi.