Fisco, le detrazioni fiscali in busta paga

È stato recentemente abolito l’obbligo che il lavoratore deve presentare ad ogni inizio anno al proprio datore di lavoro per ottenere le detrazioni fiscali in busta paga in riferimento ai redditi da lavoro dipendente e per i familiari a carico.

Grazie a questo provvedimento si elimina un’inutile richiesta; in effetti, per gli effetti del recente provvedimento se il dipendente non comunica nulla allora si presume che niente è cambiato rispetto alla situazione riferita all’anno precedente: in questo caso, il lavoratore dipendente continua ad avere diritto alle detrazioni fiscali alle stesse condizioni.

La responsabilità del datore di lavoro sulla busta paga

 La corte di Cassazione, con sentenza n. 14411 del 30 giugno 2011, ha voluto chiarire un importante principio: la firma apposta dal lavoratore sui loro prospetti paga non sottrae la responsabilità del datore di lavoro sugli importi riportati. È inutile invocare la firma in calce sui loro prospetti paga perché non è possibile invocare la l’accettazione per ricevuta e impedire ai lavoratori di agire giudizialmente per il conseguimento delle differenze retributive pretese per il maggior lavoro svolto; in effetti, secondo le osservazioni della corte di Cassazione sottoscrizione non ha valore confessorio e non può impedire alla lavoratrice di azionare le proprie pretese retributive.

Detassazione sulla produttività, in arrivo le trattenute

Dalla mensilità di giugno sono in arrivo possibili trattenute sulla busta paga in merito alla detassazione sulla produttività indebitamente concessa ai propri dipendenti.

In effetti, a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 53, comma 1 del decreto 78/2010 e dell’articolo 1, comma 47 della legge 220/2010 ed a seguito della Circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate n. 3/E del 2011 è stata prorogata, fino al 31 dicembre 2011, l’applicabilità dell’imposta sostitutiva del 10% alle somme erogate in relazione ad incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa e collegate all’andamento economico, agli utili e al miglioramento della competitività aziendale, nel limite di 6.000 euro lordi, corrisposti ai lavoratori con redditi non superiori, nel 2010, a 40.000 euro, e subordinato alla sottoscrizione di un accordo collettivo territoriale o aziendale.

Germania, in arrivo il salario minimo agli interinali

 Dal prossimo 1° maggio i 900mila lavoratori cosiddetti interinali in Germania avranno un minimo retribuito; in effetti, è stata approvata dal Parlamento tedesco il regolamento che prevede il minimo salariale a partire dal prossimo mese di maggio 2011 ed è differenziato per macro zone economiche: nella ex Germania ovest sarà pari a 7,79 euro all’ ovest, mentre nella zona est di 6,89 euro.

La nuova legge ha lo scopo di eliminare la concorrenza tra le diverse zone e tra lavoratori cercando, nel contempo, di assicurare condizioni minime di lavoro. Si conclude così un difficile iter legislativo che ha visto la l’ala conservatrice della CDU uniti con la Fdp contrastare questa iniziativa fortemente voluta dalle organizzazioni dei lavoratori; in effetti, la volontà delle compagini politiche era quella di assicurare ai datori di lavoro il massimo grado di flessibilità.

Inps, in arrivo il Bustone ai pensionati con CUD e Red

 L’Inps, con messaggio n. 6678 del 16 marzo 2011, ha comunicato che sono iniziate le spedizioni del cosiddetto Bustone, ovvero l’invio delle certificazioni fiscali emesse per l’anno 2010 (Mod. CUD 2011) con la richiesta delle dichiarazioni dei redditi nonché il modello Red, con la richiesta delle informazioni reddituali, e il modello “Detr 2011” relativo detrazioni per i familiari a carico.

La lettera di presentazione, diversificata tra residenti in Italia e residenti all’estero, è composta in maniera modulare in funzione dei modelli inviati e contiene una breve informativa sulla multicanalità del colloquio con l’Istituto, nonché sulle nuove modalità di comunicazione del dettaglio di pagamento delle pensioni che saranno adottate nel corso dell’anno.

Come di consueto, ai pensionati residenti nella provincia di Bolzano, la modulistica sarà inviata nella versione bilingue.

Il governo e la festa nazionale del 17 marzo 2011

Il governo ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 22 febbraio 2011, il Decreto Legge 22 febbraio 2011 n. 5 con il quale, limitatamente all’anno 2011, considera festivo il giorno 17 marzo 2011.

Il Consiglio dei Ministri, rispetto alla seduta del 28 gennaio del 2011 dove aveva precisato gli effetti civili che derivavano dalla predetta festività, in particolare era stato comunicato

Poiché tale qualificazione comporta l’implicita ed eccezionale inclusione della ricorrenza fra quelle ordinariamente festive, il Consiglio ha ritenuto obbligatorio di conseguenza (e solo per quest’anno) estendere alla giornata del 17.3.2011 le regole in materia di orario festivo, limitazioni su determinati atti giuridici, disciplina che regola l’imbandieramento, il trattamento economico da corrispondere ai lavoratori dipendenti e le sanzioni amministrative pecuniarie in caso di inosservanza

General Motors, profitti ai dipendenti

Interessante passaggio di natura sindacale sulla partecipazione dei lavoratori agli utili nelle imprese; in effetti, alla General Motors si fa sul serio tanto da prospettare uno sharing milionario per i dipendenti secondo gli accordi sottoscritti con il sindacato del settore automobilistico, la UAW.

In effetti, la UAW, United automobile workers, può sicuramente esultare perché l’intesa corona il nuovo corso industriale e che avviene dopo due anni dalla bancarotta dell’intero gruppo automobilistico americano e salvato grazie all’intervento del governo federale.

Intanto, però, a più parti, in special modo dalla dirigenza aziendale, si levano diverse critiche; in effetti, prima di distribuire questo profit sharing ai dipendenti, la dirigenza chiede a gran voce l’azzeramento prima del debito aziendale.

La busta paga e la privacy

Recentemente il Garante della Privacy, con delibera n. 325 del 25 giugno 2009, ha stabilito che i cedolini dello stipendio devono essere consegnati spillati o in busta chiusa e non devono contenere informazioni lesive della riservatezza.

Gli uffici che si occupano della predisposizione e alla consegna dei cedolini, busta paga, sono tenuti a tutelare le informazioni in esso contenute con strumenti che siano in grado impedire la conoscenza dei dati personali alle persone non autorizzate.

Nella fattispecie il Garante della Privacy ha diffuso questa nota venendo a venendo a conoscenza del sistema della distribuzione dei cedolini paga del Ministero dell’Interno.

In buona sostanza l’intervento si è reso necessario a seguito di una segnalazione con la quale si lamentava il fatto che i cedolini di più di duemila dipendenti di una delle sedi regionali del Ministero fossero stampati su carta continua e non imbustati.

La busta paga, la checklist dei controlli

Avevamo già scritto che la busta paga ha validità giuridica e assume valore di prova di fronte all’autorità giudiziaria per difendere la corretta interpretazione delle norme lavorative fissate dalla contrattazione articolata.

Per questa ragione diventa importante saper verificare la correttezza dei dati inseriti. Anche se il dettaglio di ciascuna voce può aver senso per un esperto, consulente del lavoro o sindacalista, il lavoratore deve essere in grado di effettuare delle analisi in modo veloce e mirato.

Il salario previdenziale

Il salario previdenziale rappresenta l’ammontare che deve essere considerato in sede di definizione del calcolo della quota di accantonamento della pensione. In sostanza, rappresenta la contribuzione assicurativa.

I contributi devono essere rapportati su tutte le singole voci che costituiscono la retribuzione.

Per verificare che il proprio datore di lavoro calcoli e versi in modo corretto la quota di propria spettanza è necessario controllare che l’azienda denunci all’Inps le retribuzioni effettive soggette a contribuzione percepite nell’anno precedente.

La busta paga, criteri per il controllo

La Legge n. 4/53 obbliga al datore di lavoro di corrispondere la retribuzione mediante l’utilizzo di un prospetto paga, la cosiddetta busta paga, su cui devono essere indicati tutti gli estremi relativi del lavoratore, dalla retribuzione alle trattenute.

Tale prospetto deve portare la sigla o il timbro dei datore di lavoro ed essere vidimato dagli organismi competenti. Non esiste un modello unico, ma il formato della busta paga differisce dal settore di appartenenza e dal gruppo merceologico.

Si tratta di un prospetto fondamentale per verificare se è stato corrisposto quanto dovuto in applicazione del contratto di lavoro e delle leggi vigenti in materia di previdenza e  fisco.

La busta paga, infatti, ha validità giuridica e, in caso di vertenze, ha valore di prova davanti all’autorità giudiziaria per certificare la giustezza della retribuzione, del trattamento di fine rapporto, dei versamenti previdenziali.

La busta paga, i criteri

È vero, non si lavora senza un adeguato corrispettivo.

Ma in che modo il datore di lavoro dimostra al proprio dipendente di averlo correttamente retribuito? Semplicemente attraverso il cedolino paga (busta paga).

La retribuzione costituisce il principale obbligo del datore di lavoro a fronte della prestazione fornita dal lavoratore (articoli 2094 e 2099 del codice civile).

Ai sensi dell’articolo 2099 del codice civile, la retribuzione costituisce il corrispettivo per l’attività prestata dal lavoratore subordinato. In effetti, l’articolo 2099 stabilisce che, dove manchi un accordo tra le parti, la retribuzione può essere stabilità dal giudice (pensiamo alle aziende che non aderiscono a nessuna associazione sindacale di categoria).

Contratti di solidarietà Toscana, la Regione stanzia contributi

 I lavoratori di ben sedici aziende in crisi potranno in Toscana sia mantenere il proprio posto di lavoro, sia continuare a percepire uno stipendio dignitoso. A darne notizia è l’Amministrazione regionale che al riguardo è scesa in campo stanziando dei contributi legati ad un apposito fondo che integra la paga di chi, a seguito dell’adesione ai cosiddetti contratti di solidarietà, s’è visto ridotto l’orario di lavoro. I lavoratori delle aziende per cui la Regione è scesa in campo sono, nel Comune di Pisa, quelli di Mitsuba Italia, Metaware, TMM, LMF Biokimica, Codyeco, Conceria Sirte, Conceria Antiba e Industria Calzaturiera Marros. A Firenze l’integrazione dello stipendio, che sarà erogata nei prossimi giorni, riguarda i lavoratori di Pelletteria Lucy di Luciana Ugolini, Calzaturificio Due Elle, Nuova Cev, G.G. Macchine di Gherardi Tiziano, Stile di Nidiaci e C. e Salvatore Ferragamo Italia; a Livorno DL Servizi Industriali ed a Siena Querciolaie Rinascente SC.

Busta paga gay e lesbiche più pesante per i lavoratori Usa di Google

 Un aumento di stipendio per compensare le discriminazioni a carico di gay e lesbiche che negli States non possono avvantaggiarsi dell’esenzione fiscale sull’assicurazione sanitaria a favore dei partner dei lavoratori dipendenti. Per questo motivo i gay e le lesbiche che lavorano in America per Google avranno la busta paga più pesante nell’ambito di politiche per il lavoro che vedono la società dell’omonimo motore di ricerca da tempo impegnata nella difesa dei diritti degli omosessuali. D’altronde i fondatori del colosso dei servizi Internet e della pubblicità online, Larry Page e Sergey Brin, già da qualche anno si sono schierati apertamente a favore dei pari diritti tra eterosessuali ed omosessuali, ritenendo che non debba essere posta alcuna barriera nella possibilità di poter sposare la persona che si ama, anche quando questa è dello stesso sesso. A Mountain View, quindi, hanno a cuore il fatto che essere una coppia omosessuale dal fronte dei benefici e delle agevolazioni fiscali, ma anche per l’accesso ai servizi, a partire dalla sanità, non permette di godere degli stessi diritti e degli stessi “privilegi” di una coppia eterosessuale sposata.