Inail, le prestazioni economiche

Inail eroga diverse prestazioni economiche che intendono coprire, anche in modo temporaneo, difficoltà oggettive dell’assicurato.

Le diverse prestazioni economiche consistono della rendita per inabilità permanente, assegno di incollocabilità, rendita di passaggio, le prestazioni ai superstiti, la liquidazione in capitale della rendita e l’assegno per l’assistenza personale continuativa.

Tra queste l’indennità giornaliera temporanea copre i primi tre giorni d’assenza a carico del datore di lavoro, del 60% dal quarto al novantesimo giorno fino ad arrivare al 75% dal 91° giorno in poi. Accanto a questa copertura si aggiungono le integrazioni economiche a carico del datore di lavoro se previste dalla contrattazione collettiva.

Inail, nel 2020 il boom dei malati di stress

Lo stress sarà nel 2020 una delle maggiori cause da assenza dal lavoro, lo spiega Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro all’università di Padova, alla conferenza internazionale Ioha dove pone in evidenza le carenze dell’organizzazione del lavoro come la causa principale dello stress da lavoro insieme ai conflitti tra colleghi e superiori, alle mansioni svolte dai lavoratori e al carico lavorativo.

Le parole del professor Bartolucci sono sostenute da uno studio presentato nel corso della conferenza internazionale organizzata dall’Associazione italiana degli igienisti industriali (Aidii), insieme a INAIL ed ex Ispesl.

Inail, istruzioni per la denuncia online malattia professionale

L’Inail con la circolare del 15 settembre 2010 n. 36 ha chiarito le procedure da seguire per la denuncia per via telematica della malattia professionale.

A riguardo, l’Inail ha posto in evidenza la modifica dell’articolo 53 del testo unico n. 1124/1965 delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965 n. 1124 e successive modifiche e integrazioni.

Infatti, al comma 5 dell’articolo 53 del predetto Testo Unico è aggiunto il seguente periodo:

“Qualora il datore di lavoro effettui la denuncia di malattia professionale per via telematica, il certificato medico deve essere inviato solo su espressa richiesta dell’Istituto assicuratore nelle ipotesi in cui non sia stato direttamente inviato dal lavoratore o dal medico certificatore”

La delibera presentata dall’Inail è stata approvata con Decreto Interministeriale del 30 luglio 2010.

Il ruolo della donna nel lavoro

Il Parlamento europeo lo scorso 7 settembre ha votato una risoluzione in cui chiede agli statti membri più risorse alle politiche sociali in favore delle donne.

In particolare, la mozione chiede l’istituzione di ferie retribuite aggiuntive a quelle di malattia o maternità attualmente previste e speciali agevolazioni lavorative e previdenziali per le dipendenti con a carico uno o più anziani.

In sostanza l’organismo europeo chiede scelte coraggiose ai governi dei singoli Paesi per approntare politiche serie che tengano conto del rapido processo di invecchiamento della popolazione e che portano a carico delle donne a oneri maggiori per la cura dei familiari anziani.

Inps, ulteriori precisazioni sulle certificazioni di malattia

L’Inps con la circolare n. 119 del 7 settembre 2010 ha voluto dare ulteriori precisazioni sulla trasmissione telematica delle certificazioni di malattia e ha stabilito nuove modalità di invio degli attestati ai datori di lavoro pubblici e privati tramite PEC – posta elettronica certificata.

Si ricorda che con circolare n. 60 del 16.4.2010 l’Inps ha indicato le modalità attuative relative alla trasmissione telematica dei certificati di malattia, ai sensi delle recenti disposizioni normative (decreto del Ministero della salute del 26.2.2010 e circolare n. 1 del 19.3.2010 del Dipartimento della Funzione pubblica e del Dipartimento della Digitalizzazione della pubblica Amministrazione e innovazione tecnologica).

La busta paga, la checklist dei controlli

Avevamo già scritto che la busta paga ha validità giuridica e assume valore di prova di fronte all’autorità giudiziaria per difendere la corretta interpretazione delle norme lavorative fissate dalla contrattazione articolata.

Per questa ragione diventa importante saper verificare la correttezza dei dati inseriti. Anche se il dettaglio di ciascuna voce può aver senso per un esperto, consulente del lavoro o sindacalista, il lavoratore deve essere in grado di effettuare delle analisi in modo veloce e mirato.

Nuovi limiti per gli assegni familiari

Buone notizie per chi percepisce gli assegni familiari. Infatti, dal 1 luglio entrano in vigore i nuovi limiti di reddito per usufruire dell’Anf, ossia l’assegno per il nucleo familiare.

L’Inps, con la circolare n. 69 del 26 maggio 2010, ha rivalutato i livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il  nucleo familiare alle diverse tipologie di nuclei.

I migliori ed i peggiori lavori del 2010

 Attuario, ingegnere del software, analista dei sistemi computerizzati, biologo, storico, matematico, assistente paralegale, statistico, account ed igienista dentale. E’ questa la classifica dei migliori lavori del 2010 stilata dal Portale Careercast.com che, tra l’altro, ha stilato anche la classifica dei dieci peggiori lavori del 2010, che sono i seguenti: addetto portuale, taglialegna, operaio siderurgico, lavoratore di azienda casearia, saldatore, netturbino, tassista, lavoratore in edilizia, addetto alle misurazioni e postino. In base a queste classifiche, Careercast.com ha rilevato come per il secondo anno consecutivo i lavori migliori siano stati quelli legati alla matematica alle scienze ed al settore dei computer a conferma del fatto che ai tempi della crisi le imprese assumono in prevalenza persone con un’elevata qualifica. Ma come mai, secondo Careercast.com, è quello dell’attuario il lavoro migliore del 2010 e, non ad esempio, come magari si potrebbe pensare, quello dell’ingegnere del software?

Lavoro e disabilità: la crisi pesa anche sulle categorie protette

 Ai tempi della crisi in Italia non bastano le leggi e le norme in vigore a favore delle categorie protette per permettere ai lavoratori diversamente abili di poter trovare un posto di lavoro o di mantenerlo. Anche i disabili, infatti, negli ultimi tre anni hanno dovuto fare i conti con le crisi aziendali e con le espulsioni dal mondo del lavoro che in un contesto macroeconomico difficile non sembra guardare alle leggi, alle convenzioni ed alle pari opportunità, ma senza andare tanto per il sottile guarda e punta sulle competenze. A farne maggiormente le spese sono in particolare le persone con disabilità psichica e cognitiva che, nonostante non manchino i Bandi finalizzati al loro reclutamento in azienda, rimangono inesorabilmente tagliati fuori sebbene le aziende specializzate nei processi di selezione del personale, in merito alle assunzioni dei disabili, abbiano oramai messo a punto dei servizi sempre più mirati e sempre più efficienti.

Le assenze per malattia durante lo sciopero

 La Corte di Cassazione con sentenza del 31 maggio 2010 n. 13256 ha stabilito che quando non è possibile stabilire una relazione tra i lavoratori scioperanti e quelli assenti per malattia non è ammissibile privare per volontà del solo datore di lavoro la relativa retribuzione degli assenti per motivi di salute.

Secondo la Corte di Cassazione i lavoratori assenti per motivi di salute non avevano comunque manifestato l’intenzione di aderire allo sciopero e per questa ragione il datore di lavoro non poteva derogare dall’obbligo a conferire la relativa retribuzione.

Provincia di Torino: reinserimento lavorativo più facile per i disabili

 L’Inail e la Provincia di Torino, in accordo con quanto comunicato mercoledì scorso dall’Amministrazione provinciale, hanno siglato un importante accordo che permetterà un più facile reinserimento nel mondo del lavoro di soggetti con disabilità da lavoro, ed in particolare con un grado di invalidità superiore alla percentuale del 33%. L’accordo è finalizzato ad uno scambio di informazioni tra la rete dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino, ed il Servizio Sociale dell’INAIL, affinché, attraverso un percorso di reinserimento lavorativo, il disabile da lavoro rimasto disoccupato o a rischio di perdere il posto anche a seguito di un’eventuale malattia contratta, possa avere meno difficoltà nel poter tornare a lavorare.

L’obbligo della visita medica di controllo

L’orientamento della giurisprudenza è ormai consolidato.

La corte Costituzionale ha sempre ribadito la legittimità costituzionale dell’articolo 5, quattordicesimo comma, del decreto 12 settembre 1983 n. 463, convertito con modificazioni nella legge 11 novembre 1983 n. 638, nella parte in cui si stabilisce la decadenza del lavoratore dal diritto a qualsiasi indennità di malattia per i primi dieci giorni per l’intero e nella misura della metà per quelli successivi, per tutta la durata della malattia, qualora risulti assente, senza giustificato motivo, alla visita di controllo domiciliare, anche nel caso in cui venga successivamente accertata l’effettiva sussistenza della malattia al momento della detta visita.

Infatti, l’assenza dal domicilio del lavoratore in malattia durante le fasce orarie di reperibilità per le visite di controllo, non può considerarsi giustificata se non per motivi seri, ossia tali da impedire lo svolgimento delle attività che hanno determinato l’assenza in orari diversi.

Nuovi regolamenti per la tutela dei lavoratori in Europa

Dal 1° maggio 2010 entrano ufficialmente in vigore i nuovi regolamenti europei sulla sicurezza sociale.

Infatti, da quella data le norme relative alla sicurezza sociale di ciascun Paese saranno coordinate a livello europeo con l’obiettivo di tutelare meglio il diritto specifico di ciascun cittadino europeo.

In sostanza, parliamo del regolamento n. 883/2004 del 29 aprile 2004 (il cosiddetto regolamento di base) che sostituirà il regolamento 1408/71 attualmente in vigore, mentre il regolamento n. 988/2009 del 16 settembre 2009, oltre a modificare il regolamento di base, ne determina il contenuto dei relativi allegati.

In particolare, il regolamento n. 988/2009 intende essere il nuovo punto di riferimento in materia e consente l’effettivo esercizio del diritto alla libera circolazione delle persone nell’Unione europea, oltre a rafforzare gli obblighi di cooperazione tra le amministrazioni in materia di sicurezza sociale.

Stress lavoro-correlato e valutazione del rischio psicosociale

 Nel nostro Paese ci sono ben quattro milioni di lavoratori che vengono colpiti dai sintomi da stress lavoro-correlato; trattasi del 10% del totale dei lavoratori che in tutta Europa accusano tali sintomi, ma la platea è decisamente più ampia se si includono anche quei lavoratori che vedono nello stress lavoro-correlato non solo un fattore che incide sulla qualità delle prestazioni lavorative, ma anche sulla salute. Di conseguenza, la promozione della sicurezza, del benessere e della salute dei lavoratori deve diventare un fattore centrale nella gestione d’impresa e nel rapporto tra il datore di lavoro ed i suoi dipendenti/collaboratori, al punto che oramai proliferano i corsi sulla prevenzione dei sintomi da stress lavoro-correlato proposti gratuitamente o a pagamento per combattere e prevenire tali sintomi in azienda. Alla fine del mese scorso, a Roma, c’è stata la nona Conferenza dell’European Academy of Occupation Health Psycology, dalla quale è emersa, in accordo con quanto messo in risalto dall’Ispesl, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, la necessità di adottare nel Vecchio Continente, al fine di combattere e prevenire i fenomeni di stress lavoro-correlato, una metodologia comune.