La notifica della corrispondenza è scontata a meno che si provi il contrario

La Corte di cassazione interviene per richiamare l’obbligo della notifica che si deve intendersi come effettuato anche, se poi, in realtà, non è stata consegnata nelle mani del destinatario.

Lo ha confermato e ribadito la I Sezione Penale della Corte di Cassazione che, per mezzo della sentenza n. 26178 del 6 dicembre 2011, ha ammesso la validità della notifica effettuata presso l’indirizzo del destinatario anche se consegnata a persona della quale non si conosce il ruolo e che ha firmato in modo illeggibile.

Ricordiamo che la disposizione che regola il servizio è fissato dalla Legge n. 890 del 1982, per la precisione all’articolo 7, comma 2.

L’imposta sostitutiva su finanziamenti per estinzione debiti, chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate, attraverso la sua risoluzione n. 121/E, ha messo in evidenza che rientrano nel campo di applicazione dell’imposta sostitutiva dello 0,25% anche i finanziamenti contratti al fine di estinguere precedenti esposizioni debitorie.

Questa interpretazione non sembra porsi in contrasto con i principi affermati dalla Corte di Cassazione nella sentenza  del 5 maggio 2009 n. 5270. Nella fattispecie ci si riferisce ad un atto di finanziamento con iscrizione di ipoteca volontaria, riqualificato dall’Ufficio delle entrate quale atto di dilazionamento di un debito a fronte di pregressa scopertura di conto corrente bancario.

Stipendio di un parlamentare italiano

La nostra Costituzione, articolo 67, afferma che ogni  membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato, mentre all’articolo 69 si stabilisce che i membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge: il tutto ha trovato attuazione nella legge n. 1261 del 31 ottobre 1965 che ha istituto l’indennità spettante ai membri del Parlamento  per garantire il libero svolgimento del mandato.

Il compito di determinare l’ammontare della indennità mensile in misura tale che non superi il dodicesimo del trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate è attribuito agli Uffici di Presidenza delle Camere.

Gli obblighi dell’appaltante in materia di sicurezza sul lavoro

La Corte di Cassazione è intervenuta ribadenso, attraverso la sentenza n. 35412 del 29 settembre 2011 della IV sezione penale, che il datore di lavoro dell’impresa appaltatrice, per i lavori all’interno dell’azienda committente, non può limitarsi a prendere in considerazione unicamente il documento di valutazione di rischi predisposto del committente ma è tenuto a fare ben altro; in effetti, non può esimersi ad una verifica tecnica sul luogo di lavoro in cui si svolge l’appalto.

La responsabilità del lavoratore per la retribuzione in nero

Il lavoro nero è certamente una piaga che deve essere combattuta tanto che la giurisprudenza ricorre ad ogni mezzo plausibile. A questo riguardo la Fondazione studi dei Consulenti del lavoro ha emanato il parere n. 26 del 23 novembre 2011, con il quale risponde ad un quesito in merito alla responsabilità, anche da parte del lavoratore, di pagamenti in nero erogati dal datore di lavoro a soggetti non regolarmente assunti.

Ricordiamo che a questo riguardo una attività riconducibile a lavoro dipendente – ossia i soggetti indicati nel comma 1, dell’articolo 23, che corrispondono redditi di cui all’articolo 47, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 – è obbligatoria, all’atto del pagamento e con obbligo di rivalsa, una ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sulla parte imponibile di detti redditi, determinata a norma dell’articolo 48-bis del predetto testo unico. Nel caso in cui la ritenuta da operare sui predetti redditi non trovi capienza, in tutto o in parte, sui contestuali pagamenti in denaro, il sostituito è tenuto a versare al sostituto l’importo corrispondente all’ammontare della ritenuta.

La prescrizione dei ratei arretrati di pensione

 La recente manovra finanziaria ha introdotto diverse novità modificando l’articolo 47 del D.P.R. n. 639/1970; in effetti, il nuovo testo detta diverse disposizioni in fatto di prescrizione introducendo il termine dei cinque anni.

Infatti, ora con l’articolo 47 bis si prescrivono in cinque anni i ratei arretrati, ancorchè non liquidati e dovuti a seguito di una pronuncia giudiziale dichiarativa del relativo diritto, dei trattamenti pensionistici nonché delle prestazioni della gestione di cui all’articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88 o delle relative differenze dovute a seguito di riliquidazioni.

Sentenza Thyssen, depositata la sentenza

 La motivazione delle sentenza si trovano nelle 460 pagine dove, secondo la Corte d’Assise di Torino, l’amministratore delegato accettò il rischio tanto che il tribunale piemontese ha deciso di condannarlo a 16 anni e sei mesi di carcere perché la sua fu una scelta sciagurata che portò alla morte sei lavoratori dello stabilimento il sei dicembre 2007.

La sentenza è importante perché è la prima condanna per omicidio volontario relativa a una causa di lavoro. Herald Espenhahn, l’amministratore delegato della Thyssen, è stato considerato colpevole per omicidio “con dolo eventuale” per aver rinviato un investimento importante in materia di sicurezza. La sentenza dovrà, però, essere anche essere confermata in appello e in Cassazione.

La figura lavorativa del commentatore televisivo

“Ospiti” e “commentatori” televisivi sono due nuove figure lavorative che devono sottostare ad un preciso ordinamento contributivo. Infatti, in un recente interpello il ministero del lavoro ha ribadito che il commentatore televisivo è una figura che deve supportare l’attività del presentatore o conduttore e, per questa ragione, deve essere sottoposto a contribuzione Enpals.

Il parere del Ministero del lavoro arriva in seguito ad un dubbio interpretativo sulla figura dell’esperto opinionista, ossia un soggetto che partecipa alle trasmissioni televisive per commentare un determinato argomento di cui risulti professionalmente competente, o per lo meno si spera.

Cassazione, trasferimento nei ruoli del personale scolastico statale

In tema di personale degli enti locali trasferito nel ruolo del personale ATA (amministrativo, tecnico, ausiliario) dello Stato ai sensi dell’articolo 8, comma 2, legge n. 124 del 1999 (autenticamente interpretato dall’articolo 1, comma 218, legge n. 266 del 2005), il legislatore – come precisato dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea con la sentenza 6 settembre 2011 (procedimento C-108/10) – è tenuto ad attenersi allo scopo della direttiva 77/187/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di essi e ,in particolare,

nell’impedire che i lavoratori coinvolti in un trasferimento siano collocati in una posizione meno favorevole per il solo fatto del trasferimento

Inail, l’infortunio in itinere con la bicicletta

L’Inail ha deciso di fornire alcuni chiarimenti in merito all’indennizzabilità di infortuni in itinere occorsi utilizzando la bicicletta e il servizio di bike-sharing a seguito di diverse richieste da parte della sua utenza.

L’Istituto che si occupa di prevenzione infortuni, atraverso la sua nota del 7 novembre 2011 n. 8476, intende mettere in evidenza il fenomeno che ha assunto un aspetto non del tutto trascurabile. In effetti, considerata la sempre maggiore attenzione a livello ambientale e sociale orientata a favore di una mobilità sostenibile che annovera anche l’uso della bicicletta o di altri sistemi di locomozione l’Inail ha ribadito anche la posizione della Corte di Cassazione a proposito sull’argomento con la sentenza N. 9982/2006. Infatti,la corte ha affermato che il rapporto finalistico tra attività di locomozione, necessaria per raggiungere il posto di lavoro dall’abitazione, e l’attività lavorativa (e viceversa) è sufficiente a far ricomprendere, in linea di principio, l’infortunio in itinere tra quelli indennizzabili, con riferimento in particolare  agli spostamenti effettuati a piedi o con il mezzo pubblico.

Cassazione, i limiti all’infortunio “in itinere”

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 22759 del 3 novembre 2011, ha affermato un importante principio, ossia non si da luogo all’indennizzo per infortunio “in itinere” qualora il lavoratore sceglie di utilizzare la propria auto in luogo dei mezzi pubblici.

Infatti, la decisione arriva dopo il ricorso presentato il 2 marzo 1999 presso il tribunale di Reggio Calabria per ottenere il diritto all’erogazione delle prestazioni previdenziali di legge anche se, poi, successivamente, la Cassazione ha affermato che non può sussistere il riconoscimento dell’infortunio “in itinere” qualora il lavoratore può disporre l’uso di mezzi pubblici.

Apprendistato, limiti alla retribuzione

 Il nuovo contratto di apprendistato, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 236 del 10 ottobre 2011 e identificato con il Decreto Legislativo 14 settembre 2011 n. 167, pone fine ad un percorso normativo che vede nascere una nuova forma di contratto differente rispetto a quello precedente e che ha visto la partecipazione di diversi attori sociali: dalle Regioni alle Commissioni parlamentari fino alle rappresentanze sindacali.

Non solo, anche la Corte Costituzionale ha partecipato, seppur in forma indiretta attraverso due sentenze – la n. 50/2005 e la n. 176/2010 – alla definizione di una nuova forma contrattuale formativa.

Cassazione, la responsabilità del consulente

La Corte di Cassazione, Sez. Terza Civ., con sentenza n. 21700 del 20 ottobre 2011 ha stabilito un’interessante principio, ossia il professionista non può essere considerato responsabile della consulenza sbagliata qualora risulti derivata da un’interpretazione normativa confusa.

In effetti, la Corte di Cassazione è giunta a questo principio di diritto secondo il quale la limitazione della responsabilità professionale del professionista ai soli casi di dolo o colpa grave a norma dell’art. 2236 codice civile si applica nelle sole ipotesi che presentino problemi tecnici di particolare difficoltà.

Cassazione, gradualità per i provvedimenti disciplinari

La Corte di Cassazione è tornata a ribadire la sua posizione a riguardo dei provvedimenti disciplinari che ciascun datore di lavoro può decidere per le proprie maestranze. In effetti, nello specifico la Corte di Cassazione ha riaffermato il principio che occorre introdurre il principio di gradualità anche per le sanzioni che possono implicare un licenziamento per giusta causa. La Suprema Corte, attraverso la sentenza n. 22129 dello scorso 25 ottobre 2011, ha assunto una decisione che non mancherà, di certo, provocare importanti implicazioni sul versante delle interpretazioni delle norme del diritto del lavoro.

Per la Cassazione

giusta causa di licenziamento e proporzionalità della sanzione disciplinare sono nozioni che la legge, allo scopo di adeguare le norme alla realtà disciplinare, articolata e mutevole nel tempo, configura con disposizioni, ascrivibili alla tipologia delle cosiddette clausole generali, di limitato contenuto e delineanti un modulo generico che richiede di essere specificato in sede interpretativa, mediante la valorizzazione sia di fattori esterni relativi alla coscienza generale, sia di principi che la stessa disposizione tacitamente richiama