Italia: imprenditoria sempre più al femminile

Sembra incredibile visti i tempi che corrono ma nel corso del 2008 sono nate più di 5000 imprese tutte al femminile. Un dato che non può di certo passare inosservato. Infatti, se da una parte ci troviamo di fronte ad alcune imprese immobili, quasi “stagnanti”, dall’altra parte abbiamo un intero universo costellato di giovani imprenditrici che decidono di investire tempo e soldi in qualcosa in cui credono veramente. Le regioni dove si registra il boom sono: Lazio, Lombardia e Campania.  La forma societaria maggiormente utilizzata è quella della ditta individuale. Le aziende femminili sono cresciute grazie anche al boom di imprese di immigrate che decidono di restare nel nostro paese e di dare un aiuto concreto alla nostra economia. Sono proprio queste notizie positive di cui vorremmo sentire parlare.

Il contratto di somministrazione

Questo tipo di contratto prevede tre diversi soggetti: il somministratore, l’utilizzatore e il lavoratore.

Il somministratore è un’Agenzia per il lavoro, autorizzata dal Ministero del Lavoro, che stipula un contratto con il lavoratore mentre l’utilizzatore è un’azienda che necessita di una certa figura professionale. Le aziende si rivolgono alle agenzie per reperire personale che da sole non riuscirebbero a trovare. Può essere a tempo determinato o indeterminato.

Italia: aumentano i diplomati e diminuiscono i laureati

Abbiamo già affrontato il tema diploma/laurea ma vorremmo tornare a parlarne perché in Italia si registra un trend particolare. Infatti mentre i diplomati sono in aumento gli iscritti ai vari corsi di laurea starebbero diminuendo. Come mai? Difficile riuscire a dare una risposta esaustiva. Proprio ieri all’interno di “Costume e Società” (Rai Due) vi era un interessante servizio a riguardo.

E’ emerso che la differenza di stipendio fra un laureato e un diplomato non sarebbe più così alta come invece accadeva fino a qualche anno fa. La giornalista a questo proposito ha aggiunto che un manager laureato guadagnerebbe fra i 2000 e i 9000 euro netti all’anno in più rispetto ad un suo collega in possesso del “solo” diploma.

Cercasi personale solo di bella presenza

Il mercato del lavoro in Italia (ma non solo) sembra davvero essere pieno di slogan più o meno assurdi.
Vogliamo parlarvi di un fatto che all’apparenza potrà sembrarvi frivolo ma se vi fermerete a riflettere un po’, non vi sembrerà più tale.

Partiamo dal presupposto (giusto o sbagliato che sia) che viviamo in una società in cui l’immagine conta e risulta essere fondamentale in diversi contesti.

Sciopero in Gran Bretagna contro operai italiani

Un nuovo triste capitolo che ci riguarda. Questa volta siamo in Gran Bretagna dove centinaia di operai hanno scioperato mostrando cartelli con slogan come questo “Lavoro ai britannici in Gran Bretagna”. Tutta colpa di un appalto vinto regolarmente da un’azienda italiana.

La rivolta è partita dalla Lindsey Oil di Grimsby (Lincolnshire) e ben presto si è estesa anche ad altre raffinerie. La società Irem (italiana, appunto) vincitrice dell’appalto ha portato sul posto manodopera italiana e portoghese.

Alitalia: 6000 cassa integrati non riceveranno nulla nel mese di gennaio

Stando a quanto riportato all’interno di Repubblica sarebbero ben 6000 i dipendenti in cassa integrazione dell’ex Alitalia che a gennaio non percepiranno nemmeno un euro.

Una situazione a dir poco scandalosa se si pensa che molte di queste persone non hanno altri redditi.
Sempre dalle pagine del quotidiano, Paolo Marras, della segretaria nazionale dell’Sdl (si tratta di un sindacato autonomo e che rappresenta sia il personale di volo sia quello di terra), dice

A dicembre la maggior parte di noi ha fatto la Cassa Integrazione, ma la direzione dell’Inps ci ha fatto sapere che a tutt’oggi non sono stati comunicati né dalla compagnia né dal commissario i nominativi e il monte ore. Quindi, a gennaio non arriverà nulla

Costruzioni e auto: a rischio tanti posti di lavoro

Ancora posti di lavoro a rischio.

Si parla di trecententomila nel settore auto (di questi, sessantamila sarebbero di FIAT) su un totale di un milione di addetti e di duecentomila in quello delle costruzioni.

Il Ministro Scajola ha comunque assicurato che

entro 10 giorni arriverà un pacchetto di interventi per fronteggiare la crisi, che giorno dopo giorno sta assumendo contorni sempre più gravi.

Il riscatto della laurea

Novità per quel che riguarda il riscatto della laurea.

All’interno del mensile Glamour vi è un interessante articolo in cui Temistocle Bussino, esperto in materia previdenziale de Il Sole 24 Ore dice che

Da quest’anno puoi riscattare subito gli anni di studio, prima di cominciare a lavorare. E così potrai andare in pensione diversi anni prima.

Alla domanda della giornalista

Bisogna pensarci in anticipo?

Questa la sua risposta

Da ora possono farlo anche i neo laureati che non hanno ancora pagato i contributi Inps….

Laurea? No grazie! Stiamo cercando “solo” diplomati

Il titolo potrebbe essere davvero lo slogan di diverse aziende.

Facciamo insieme un passo indietro. Vi capita mai di leggere annunci di lavoro in cui fra i requisiti richiesti ci sia il diploma? Fin qui nulla di male.

Però vorremmo capire un’altra cosa: se ad esempio l’annuncio riguarda la selezione di personale in possesso di diploma in scienze sociali, cosa succede se dovesse presentarsi una giovane neo laureata in scienze sociali del servizio sociale? Probabilmente, il suo cv non verrà preso in considerazione.

Facebook & Co. i nuovi canali per cercare personale

I social network entrano anche nel mondo del lavoro; stanno infatti diventando un terreno fertile per selezionare personale.

Questo è quanto afferma dalle pagine de Il Sole 24 ore Erika Perez, senior manager di Robert Half, società di recruitment specializzato

Consentono di entrare in contatto in modo rapido e diretto con professionisti «selezionati» dalle community anche se poi è sempre necessario il classico incontro conoscitivo, perché non ci si può affidare totalmente alle informazioni contenute nei profili, spesso troppo concise e imprecise.

Telelavoro: Italia fanalino di coda

In un articolo del Corriere della Sera si parla di Telelavoro e del fatto che in Italia rispetto ad altri paesi europei sia diffuso in misura molto minore.

L’articolo pone l’accento sul fatto che nemmeno i sindacati vedono di buon occhio questa forma di lavoro.

Treves, responsabile del dipartimento Politiche attive del lavoro della Cgil afferma

Le persone hanno bisogno di parlarsi e di vedersi. Non è tutto risolvibile con la webcam e i messanger. E infatti i milioni di telelavoratori che aveva previsto l’Ue non sono arrivati