Salari: 2000 euro lordi al mese

 I salari ammontano a poco più di 25.000 euro all’anno , poco meno di 2mila euro lordi al mese. A tanto ammontano le retribuzioni medie dei dipendenti delle imprese private nel 2008 (+1,7% rispetto al 2007).

Questo è uno dei risultati del Rapporto “Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane”, realizzato da Unioncamere insieme a OD&M Consulting, società specializzata in indagini nell’ambito dei sistemi incentivanti e delle politiche retributive, e con il contributo di Gi Group, gruppo italiano nei servizi per il mercato del lavoro, la domanda di lavoro e l’andamento delle retribuzioni.

Lo studio si è posto l’obiettivo di analizzare i vari fenomeni economici e sociali del Paese attraverso  l’esame delle dinamiche dei settori economici e delle differenze a livello territoriale e sull’occupazione  dipendente in Italia. In particolare il rapporto ha posto in evidenza il fenomeno della domanda di lavoro espressa dalle imprese e le retribuzioni offerte per profilo professionale.

Bip Virtual Fair: il lavoro si trova su Internet

 Si terrà mercoledì 18 e giovedì 19 novembre 2009, solo ed esclusivamente su Internet, “Bip Virtual Fair“, un immancabile “career day on line” per la cui partecipazione occorre registrarsi, e bisogna farlo subito, cliccando qui, compilando tutti i campi del form di iscrizione, molto attentamente, ed allegando altresì il proprio currriculum vitae, ben dettagliato. Una volta registrati, nei giorni 18 e 19 novembre 2009, dalle ore 10 alle ore 18, si potranno visitare direttamente online gli stand ed i padiglioni delle aziende e delle università partecipanti all’evento su Internet. In particolare, la giornata del 18 novembre è “dedicata” esclusivamente ai laureati ed ai laureandi delle facoltà economico-umanistiche, mentre il giorno dopo l’appuntamento è riservato ai laureati ed ai laureandi delle facoltà tecnico-scientifiche.

Occupazione e famiglia: lavorare come “mamma in prestito”

 Nei momenti di difficoltà l’unione fa la forza, ed ora come non mai, ai tempi della crisi, c’è bisogno non solo all’interno della famiglia, ma anche tra le persone che ci circondano, grande coesione, spirito di solidarietà, disponibilità e spesso anche grande “inventiva“. Rispetto al passato, di fronte alle difficoltà, non è più solo il padre a portare i soldi a casa, mentre la madre di occupa della famiglia. Oramai è necessario sempre di più che in famiglia entrino due stipendi, e quindi per la madre/moglie è sempre più difficile conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Ma per ogni cosa c’è quasi sempre una soluzione, e non a caso nel nostro Paese si sta diffondendo una nuova “professione“, quella della “mamma in prestito”, ovverosia una madre che, avendo già dei figli, si occupa anche di quelli di un’altra madre che lavora.

David Rowe: l’uomo sandwich che ha trovato lavoro

David Rowe è un giovane 24enne laureato in Storia che aveva debiti per 20,000 sterline e un unico grande desiderio: quello di riuscire a trovare lavoro.

E così ha cominciato a girare, trasformandosi in un uomo sandwich, per le strade di Londra con un cartello, diventando una vera e propria pubblicità ambulante di se stesso. Il cartello recitava

Cercasi lavoro – Laureato in Storia all’Università di Kent, preparato a lavorare il primo mese GRATIS, poi assumetemi o licenziatemi. Fatemi un colloquio! Grazie per l’attenzione

Incidenti sul lavoro: in Friuli Venezia Giulia un calo del 7,6% nel 2008

 È stato presentato a Trieste il Rapporto Regionale INAIL 2008 relativo agli infortuni sul lavoro del Friuli Venezia Giulia. Nella Regione, alla data di rilevazione del 30 aprile 2009, si registra un calo del 7,6%; infatti, nel 2008 gli incidenti denunciati ammontano in totale a 25.929, 2.122 in meno. I casi mortali sono stati 25, 2 in meno rispetto al 2007.

I dati sono positivi per tutte le province della regione. Ad Udine, per esempio, si pone in evidenza un calo del 6,8%, mentre nella provincia di Trieste del 5,7%. La provincia che registra il dato più virtuoso è senza dubbio Pordenone che registra un calo del 10,1% rispetto all’anno precedente.

La riduzione risulta essere la più consistente di quelle registrate tra le regioni italiane. Il dato è migliore di quello registrato nel Nord-Est (-5,3%) e di quello nazionale (-4,1%), e conferma la tendenza alla diminuzione del fenomeno già registrata (in modo meno marcato) dal 2006: nel triennio, infatti, emerge un calo dell’8,1% in Friuli Venezia Giulia, del 7,3% nel Nord-Est e del 5,7% in Italia.

Città di Castello: corsi di formazione finti

 Questa mattina scorrendo le pagine di un quotidiano locale “Il Giornale dell’Umbria” sono rimasta colpita da un titolo che campeggia in prima pagina:

Formazione, corso con truffa – Denuncia delle associazioni dei consumatori: incassano i soldi e scappano

Proprio così: Ferderconsumatori e Adoc avrebbero rivolto ad un’agenzia di Città di Castello l’accusa di “Corsi di formazione con truffa”. L’ente in questione, sebbene non sarebbe certificata né presso la Regione Umbria né presso la Provincia di Perugia organizzerebbe dei corsi a pagamento inesistenti.
Le vittime, che si sono rivolte alle associazioni avrebbero sborsato fino a 3 mila euro con la promessa di avere accesso a diverse tipologie di percorsi formativi, soprattutto in ambito socio-sanitario.

Lombardia: agenzie di lavoro, premi per reinserire i disoccupati

 A partire dal prossimo 1 dicembre nella Regione Lombardia parte una nuova misura incentivante a sostegno dell’occupazione; questa non riguarderà l’erogazione di bonus alle imprese, o contributi a favore dei lavoratori, ma la distribuzione di premi in denaro a favore delle agenzie di lavoro. Nei giorni scorsi, infatti, Gianni Rossoni, Assessore all’Istruzione, alla Formazione ed al Lavoro della Regione Lombardia, ha reso noto che dall’1 dicembre le agenzie di lavoro che trovano un’occupazione ai disoccupati riceveranno un premio che può essere o di 700 euro, o di 1.300 euro per ogni disoccupato che sarà “sistemato” con un regolare contratto di lavoro. Nello specifico, il premio sarà pari a 700 euro nel caso in cui il disoccupato rientri nel mondo del lavoro con un contratto di lavoro, di qualsiasi tipo, di durata pari ad almeno sei mesi, mentre il premio per l’agenzia balza a 1.300 euro nel caso in cui il disoccupato trovi un’occupazione con un contratto di lavoro superiore ai dodici mesi.

Lavoro industria: in difficoltà le imprese più piccole

 Nel settore industriale, nei primi nove mesi del 2009, l’occupazione nel comparto ha fatto registrare una contrazione del 2,9%, e le previsioni sul trimestre corrente, il quarto del 2009, rivelano allo stesso modo una dinamica discendente a -0,7%. A rilevarlo è Unioncamere in accordo con l’ultimissima indagine congiunturale sull’andamento delle piccole e medie imprese italiane, ovverosia quelle con un numero di dipendenti compresi tra uno e cinquecento. I dati consolidati dei primi nove mesi di quest’anno, unitamente a quelli previsionali sul quarto trimestre, porterebbero in Italia la contrazione dell’occupazione nell‘industria, su base annua, al 3,4%, il che significa la perdita secca di ben 140 mila posti di lavoro. A livello settoriale, la caduta più ampia dei livelli occupazionali, guardando ai primi nove mesi di quest’anno, si registra nel settore della moda, dove l’occupazione è scesa del 4,5% sia a causa della contrazione dei consumi, sia a seguito dei fenomeni di concorrenza sleale che con la crisi economica hanno ulteriormente contribuito a penalizzare il fatturato complessivo del comparto.

Lavoro metalmeccanici: partono iniziative contro accordo separato

 La CGIL, come noto, è il più grande Sindacato italiano, ed anche per questo il recente accordo sul rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici, senza il via libera da parte della FIOM, ha suscitato polemiche, spaccature e dichiarazioni di illegittimità dell’accordo stesso. Ebbene, al riguardo nei prossimi giorni sono attese le prime iniziative contro un accordo per i metalmeccanici, che, secondo quanto sottolineato dal segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, rappresenta il punto più basso nel rapporto con gli altri due Sindacati della “triplice”, ovverosia la Uil e la Cisl. E così, già a partire da venerdì prossimo, 6 novembre 2009, la FIOM contro l’accordo separato ha preparato una manifestazione a Bergamo in virtù del fatto che l’intesa viola il sistema delle regole condivise. E dal 9 al 13 novembre prossimo, inoltre, scatta una settimana di mobilitazione visto che, come sottolineato da Epifani, si è aperto un problema di democrazia dato dal fatto che “a decidere per i più sono stati quelli che rappresentano i meno”.

Licenziamento per i dipendenti pubblici

 Iniziamo da questo articolo un breve esame del nuovo decreto Brunetta. Infatti, sul Supplemento Ordinario  n. 197 della Gazzetta Ufficiale n. 254 del 31.10.09 risulta pubblicato il Decreto  Legislativo n.150 del 27 ottobre  2009, che concretizza gli effetti della delega n. 15 del 4.3.09 in materia   di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione.

Il decreto entrerà in vigore dal 15 novembre 2009.

Il primo passo fondamentale della riforma Brunetta sarà il nuovo sistema disciplinare dei dipendenti pubblici.

Dalla metà di novembre le regole stabilite dalla contrattazione collettiva saranno sostituite dalle nuove norme che prevedono nuove sanzioni ben più pesanti rispetto al passato. Infatti, secondo quanto stabilisce l’articolo 55, ferma la disciplina in tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo e salve ulteriori ipotesi previste dal contratto collettivo, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi:

  • falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia;
  • assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione;
  • ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall’amministrazione per motivate esigenze di servizio;
  • falsità documentali o dichiarative commesse ai fini o in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro ovvero di progressioni di carriera;
  • reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o moleste o minacciose o ingiuriose o comunque lesive dell’onore e della dignità personale altrui;
  • condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l’estinzione, comunque denominata, del rapporto di lavoro.

Lavoro: pausa pranzo, col buono pasto si rimane a dieta

 Sul posto di lavoro è importante fare il proprio dovere, ma è altrettanto importante sfruttare la pausa pranzo per riposarsi, rilassarsi, ricaricare le pile ed assumere alimenti che non ci appesantiscano troppo ma che ci permettano di ripartire di slancio. Purtroppo, se per fare ciò facciamo affidamento sui buoni pasto, allora il rischio è quello di rimanere praticamente a dieta. Il valore del buono pasto nel nostro Paese è infatti rimasto ancorato sui 5,29 euro, le “vecchie” diecimila lire, da ben dodici anni, con la conseguenza che con un ticket si arriva a conti fatti solo a fare colazione, e di certo non un pranzo. Da tempo l’Associazione Adoc chiede che il valore del buono pasto venga innalzato e riportato sui valori assegnati in Europa; ad esempio, in Spagna un buono pasto presenta un valore defiscalizzato di nove euro, ed in questo caso un pasto completo ci può anche uscire.

Ricerca lavoro: in Italia 1,3 milioni di “scoraggiati”

 Nel nostro Paese ci sono 1 milione e 363 mila persone che in fatto di ricerca del lavoro sono oramai “scoraggiate”, ovverosia ritengono di non riuscire più a trovare un’occupazione e, di conseguenza, rinunciano a cercarla. Il dato, in particolare, emerge da uno studio elaborato dall’IRES e dalla CGIL, con la conseguenza che la disoccupazione “reale” nel nostro Paese è quindi ben più alta del valore del 7,4% rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). A conti fatti, quindi, sommando agli “scoraggiati” gli altri 1,841 milioni di disoccupati ufficiali, si arriva a 3,2 milioni di persone senza lavoro, ovverosia ad un tasso di disoccupazione in Italia, reale, del 12%.

Donne manager? Troppo poche

 Ed eccoci di nuovo a parlare di donne e lavoro. Sì, perchè secondo Federmanager e Manageritalia le donne manager nel settore privato in Italia sebbene siano aumentate nel corso degli ultimi anni, sono ancora troppo poche rispetto ai loro colleghi uomini. Sarebbero solamente 13 mila su un totale di 125 mila dirigenti.

I settori con maggiori difficoltà sono quelli dell’industria, soprattutto se si parla di piccola e media impresa; anche la retribuzione, rispetto ai colleghi uomini risulta essere più bassa. Certo, si parla comunque sia sempre di cifre piuttosto elevate: 108 mila euro lordi per le donne e 120 mila per gli uomini.

Disoccupazione: Piemonte, sussidio per chi è senza ammortizzatori sociali

 Nel nostro Paese, purtroppo, gli ammortizzatori sociali sono per molti ma non per tutti. L’attuale Governo in carica ha esteso il più possibile il beneficio degli ammortizzatori sociali anche a chi non ne ha diritto, ovverosia i lavoratori precari, ma non tutti potranno fruirne. Di conseguenza, in questi mesi di crisi per l’economia reale e per il lavoro, sono stati i Comuni e le Regioni a mettere mano al portafoglio stanziando contributi a favore di chi ha perso il lavoro e, senza alcun sostegno al reddito, è rimasto per strada ed a spasso. L’ultimissima iniziativa in merito, ed in ordine di tempo, arriva dal Piemonte, dove la Regione ha stanziato quindici milioni di euro a favore di chi ha perso il lavoro e non ha accesso in alcun modo agli ammortizzatori sociali. In particolare, è stata predisposta l’erogazione di un sussidio, pari a ben tremila euro, a favore di tutti quei lavoratori che hanno perso il posto a partire dall’1 settembre del 2008, o che, purtroppo, lo perderanno entro il 31 dicembre di quest’anno.