Le critiche al nuovo patto europeo dalla CES

Per la CES, ovvero la Confederazione europea dei sindacati, sul fronte dell’occupazione sono state spese solo parole, ma non solo, il nuovo patto darà l’addio all’Europa sociale per aprire ad un nuovo modello dove non saranno più garantiti i diritti fino ad oggi scontati. Sulla stessa linea anche il Parlamento Ue tanto che ritiene che il nuovo patto di bilancio dividerà l’Ue. Non solo, critiche al fiscal compact arrivano, in pratica, da tutti i gruppi politici presenti a Brussels: i socialisti bocciano senza appello il fiscal compact, il Ppe sceglie il basso profilo parlando di intenzioni lodevoli dei 27 ma sull’occupazione bisogna andare ancora più lontano e fare di più.

Sentenza dell’’Unione Europea sui contratti a termine e loro ricorrenza

La Corte Europea di Giustizia, con la sentenza n. C-586/10 del 26 gennaio 2012, ha ribadito un importante principio, ossia ha affermato la legittimità dell’utilizzo di contratti di lavoro a tempo determinato per esigenze sostitutive anche se risultano ricorrenti o addirittura permanenti. In pratica, la Corte ritiene di non doversi automaticamente procedere alla trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato soltanto con la periodicità dell’utilizzo del contratto stesso, in quanto vanno verificate le motivazioni obiettive a supporto della tesi aziendale.

Precisiamo che la domanda sollevata di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione della clausola 5, punto 1, lettera a), dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 che compare in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (GU L 175, pag. 43).

L’estensione della tutela assicurativa, chiarimenti dall’Inps

La specifica tutela assicurativa prevista dalla legge 398/87 per i lavoratori italiani che, su incarico del proprio datore di lavoro, svolgono attività lavorativa in Paesi extracomunitari non convenzionati, deve essere estesa anche ai lavoratori extracomunitari, anche se privi dello status di “soggiornanti di lungo periodo”, purché titolari di un regolare titolo di soggiorno e di un contratto di lavoro in Italia, inviati dal proprio datore di lavoro in un Paese extracomunitario.

Ecco quanto chiarisce il nostro maggiore istituto previdenziale, l’Inps, con il suo messaggio n. 995 del 18 gennaio 2012 che pone particolare rilevanza nell’interpretazione del decreto legge n. 317 del 31 luglio 1987 convertito con modificazioni dalla Legge 3 ottobre 1987, n. 398 in materia di estensione dell’applicabilità ai lavoratori cittadini extracomunitari.

Maggiori garanzie alle donne per il lavoro, proposte in sede europea

L’impegno è importante e lo chiede  il Regolamento (CE) n. 1905/2006 dell’Unione Europea come contributo alla promozione dei diritti e delle sviluppo socio economico delle donne: questo l’obiettivo di un invito a presentare progetti finanziato grazie allo Strumento di cooperazione e sviluppo DCI (Development Cooperation Instrument) con un budget pari a 30.000.000 euro.

L’obiettivo primario e generale della cooperazione a titolo del presente regolamento è l’eliminazione della povertà nei paesi e nelle regioni partner nel contesto dello sviluppo sostenibile, incluso il perseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM), nonché la promozione della democrazia, della buona governanza e del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto.

I ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti

È arrivato uno studio della CGIA di Mestre che ha posto in evidenza le peggiori Asl; in effetti, secondo la graduatoria stilata dalla CGIA solo due Asl su 286, ovvero pari allo 0,7% del totale, risultano in regola con i parametri imposti dalla Direttiva europea perché pagano i propri fornitori entro 60 giorni. Secondo le osservazioni di Bortolussi le due Asl in regola sono quelle di Crema e Mondovì mentre la maglia nera spetta all’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 con 1.676 giorni di ritardo.

Il recupero crediti e la crisi delle piccole imprese

Il recupero dei crediti costa alle imprese qualcosa come 10 miliardi di euro all’anno alle imprese tanto da provocare seri problemi di continuità economica: il dato arriva da alcune stime della CGIA di Mestre.

In effetti, la stessa CGIA di Mestre chiede a gran voce che nella cosiddetta fase 2 del governo Monti si inserisca anche un meccanismo di pagamenti certi che possano dare risposte precise ad una richiesta in questo senso dell’Unione Europea perché l’allungamento dei tempi di pagamento provocano seri problemi in special modo alla piccola impresa che devono farsi carico di mezzi di pagamento per sopperire alla mancanza di liquidità provocata dal ritardo nell’incasso delle fatture.

La Banca Centrale Europea cambia il tasso di riferimento

La Banca Centrale Europea a decorrere dallo scorso 14 dicembre 2011 ha modificato il tasso ufficiale di riferimento nella misura dell’1% con l’intento di dare fiato all’economia. Il nuovo tasso ufficiale di riferimento incide sulla determinazione del tasso di dilazione e di differimento da applicare agli importi dovuti a titolo di contribuzione agli enti di previdenza.

Gli interessi di dilazione per la regolarizzazione rateale dei debiti per i contributi e per le relative sanzioni civili e l’interesse dovuto in caso di autorizzazione al differimento del termine di versamento dei contributi, dovranno pertanto essere calcolati al tasso del 7%.

In arrivo il permesso di soggiorno europeo

Il Parlamento Europeo lo scorso 13 dicembre ha approvato la direttiva sul “permesso unico che permetterà, ai lavoratori extracomunitari, di ottenere il permesso di lavoro e quello di residenza attraverso un’unica procedura. Gli Stati membri avranno due anni, dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea, per trasporre le nuove misure nelle legislazioni nazionali.
I cittadini extracomunitari, che lavorano legalmente nella UE, avranno diritti simili a quelli degli europei per quanto riguarda le condizioni di lavoro, la pensione, la sicurezza sociale e l’accesso ai servizi pubblici.

La regola europea “de minimis” e gli impatti sull’occupazione

Non si può parlare della regola “de minimis” senza fare cenno al regolamento CE n. 69/2011 della Commissione del 12 gennaio 2011 e pubblicato nella G.U.C.E.

L’Unione Europea è molto attenta ad impedire che uno Stato membro possa, attraverso una sua legislazione o per mezzo di provvedimenti amministrativi, agevolare a dismisura la propria economia a danno delle altre. In effetti, il Regolamento si applica agli aiuti di Stato di importo poco elevato (aiuti  de minimis), per i quali non è richiesta una notifica preventiva alla Commissione C.E., anche se occorre specificare che questa non si applica in ogni contesto.

Lavorare all’Unione Europea, posti da impiegati e segretarie

Lavorare all’Unione Europea è il sogno di tanti. Grazie a un nuovo concorso indetto dall’istituzione europea, sarà ora possibile realizzare tale desiderio, con selezione finalizzata all’inserimento di 257 posti. Le posizioni ricercate con madrelingua italiana, tuttavia, sono solamente 28. Gli interessati che vorranno entrare a lavorare nell’Unione Europea, in qualità di impiegati e segretarie, dovranno presentare domande entro martedì 20 dicembre.

Come sopra anticipato, le funzioni principali saranno quelle relative all’assistenza di direzione, segretariato specializzato o generale, occupazione amministrativa, e altro ancora. La figura potrà in tal modo entrare con un livello professionale di base, di assistenza in autonomia di una o più persone, servizi o unità dell’istituzione. Tra i principali compiti, la predisposizione di fascicoli, l’organizzazione e il coordinamento dell’attività dei servizi, la gestione documentazione.

Monito dall’Unione Europea: l’Italia deve fare di più

Per il responsabile degli Affari economici della Commissione europea, Olli Rehn, la manovra del governo Monti è ambiziosa e tempestiva ma occorre tenere alta la guardia e cimentarsi sui prossimi impegni: dall’esigenza di bilancio occorre mettere mano sull’impalcatura sociale ed economica del Paese anche se riconosce il lavoro svolto dal nostro premier Mario Monti fino ad oggi

un passo molto importante per puntellare le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica

L’Europa promuove il governo Monti

Mario Monti incassa l’Ok di Bruxelles al suo piano per riportare il bilancio in parità. Il presidente dell’eurogruppo Juncker si è detto soddisfatto dalle misure presentate dal nostro premier tanto che ha dichiarato al termine dell’incontro che sono

una buona base su cui fondare riforme ambiziose e garantire gli obiettivi sperati, siamo sicuri che Monti saprà realizzare il programma

Anche Olli Rehn, il commissario UE, si è detto soddisfatto sulle garanzie espresse da Monti finaizzate al pareggio di bilancio per il 2013 impegnando personalmente il premier italiano e tutto l’esecutivo. Non solo, oltre al risanamento di bilancio, Mario Monti ha anche messo in evidenza le misure che intende adottare per favorire lo sviluppo e la crescita che sono elementi essenziali per centrare l’obiettivo previsto.

Governo Monti e la nuova governance europea

Lo scorso 25 novembre Olli Rehn, commissario per gli affari economici e monetari, si è presentato presso il parlamento italiano per una audizione sulle nuove proposte in materia di governance economica dell’Unione Europea.

Per via della crisi economica e finanziaria l’Unione Europea sta valutando un nuovo sistema che assicurerebbe in futuro maggiori controlli sull’indebitamento dei singoli stati membri allo scopo di garantire una più forte stabilità. Il governo guidato da Mario Monti ha tutta l’intenzione di partecipare da protagonista e non da gregario ad una partita che dovrebbe definire maggiori regole ecco perchè ha la necessità di rafforzare il Paese utilizzando anche l’arma delle riforme strutturali nel campo delle pensioni o in quello delle libere professioni.

La normative sulle ferie in campo internazionale

L’Italia aderisce a diverse convenzioni internazionali che si occupano della tutela dei diritti dei lavoratori in qualsiasi contesto operativo.

Per quanto riguarda la ferie è possibile riferirsi ad almeno due contesti di riferimento, ossia la convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – in particolare la Convenzione n. 132 dell’Organizzazione internazionale del lavoro all’articolo 9, n. 1, del 24 giugno 1970 n. 132 relativa ai congedi annuali pagati – che prevede che la parte ininterrotta di congedo annuale pagato menzionata al paragrafo 2 dell’articolo 8 della convenzione dovrà essere accordata e usufruita entro il termine di un anno al massimo mentre il resto del congedo annuale deve essere pagato entro il termine di diciotto mesi, al massimo, a partire dalla fine dell’anno che dà diritto al congedo.